L’avvocato Musicco: “Appare surreale che quest’uomo avesse ancora la patente pur essendo responsabile di uno dei più terribili incidenti degli ultimi decenni, aggravato dall’uso di droghe e dal fatto che gli fosse stata ritirata la patente”
Il 5 dicembre 2010 Chafik Elketani, origine marocchina, investì e uccise otto ciclisti (altri due rimasero gravemente feriti) lungo la statale 18 Tirrenica, che da Lamezia porta a Gizzeria. All’epoca la patente gli era stata stata sequestrata da sette mesi, ma aveva continuato a guidare. Risultò sotto l’effetto di droghe e scontò cinque anni di carcere.
Ora l’uomo è accusato dalla Procura di Catanzaro di un nuovo omicidio stradale, ai danni di un connazionale, Fennane Noureddine, 31 anni, morto dopo che la macchina, a causa dell’alta velocità, è uscita di strada e si è schiantata contro un guard rail.
L’avvocato Domenico Musicco, presidente di AVISL (Associazione Vittime Incidenti Stradali, sul Lavoro e Malasanità) commenta: «Appare surreale che quest’uomo avesse ancora la patente pur essendo responsabile di uno dei più terribili incidenti degli ultimi decenni, aggravato dall’uso di droghe e dal fatto che gli fosse stata ritirata la patente. È vero che nel 2010 non esisteva la legge sull’omicidio stradale, ma già allora era possibile una revoca a tempo indeterminato. E non vedo casi più emblematici di questo per applicarla. Ci troviamo invece oggi a piangere una nuova vittima e ancora una volta, sembra, per un comportamento di guida fuori dalle regole di quella stessa persona di undici anni fa. Fatti del genere non sono tollerabili e non si devono più verificare. Una patente non è una formalità, è una cosa estremamente seria. E mi pare che gli sia stata restituita con incredibile leggerezza. Questo è un omicidio stradale che trova responsabilità anche nelle omissioni delle istituzioni».