Il legale, esperto di malasanità e già fondatore di Avisl Onlus, non ha dubbi: “Il fatto che il vaccino non sia obbligatorio non esenta da responsabilità”. E spiega come e perché lo Stato debba risarcire eventuali danni
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MILANO – La campagna vaccinale in Italia prosegue, nonostante il freno dovuto alle vacanze estive. C’è uno zoccolo duro che non vuole però saperne di farsi inoculare. E tra i motivi che si adducono c’è anche il timore di eventi avversi ai vari Pfizer, Astrazeneca, Moderna e Jannsen. Peraltro sono emersi anche alcuni casi vip. Come la pallavolista della Volley Bergamo Francesca Marcon, che ha accusato una pericardite dopo essersi fatta vaccinare, problema che le ha fatto saltare il ritiro. Su Instagram, la sportiva ha scritto: «Forse questo mio discorso può risultare un po’ blasfemo, ma mi chiedo: non esiste una forma di risarcimento per chi subisce danni a livello di salute dopo aver fatto il vaccino? Premesso che non sono no vax, ma di fare questo vaccino non sono mai stata convinta e ne ho avuto la conferma. Non so se vi può interessare, ma io ho avuto e ho tutt’ora una pericardite post vaccino. Chi paga il prezzo di tutto questo?». Già, chi paga?
A stretto giro di posta si è fatto vivo il professor Sergio Abrignani, membro del Cts e immunologo dell’Università Statale di Milano, che ha detto all’Ansa: «Massima solidarietà a Francesca Marcon, ma la pericardite post vaccino non può diventare un argomento in mano ai no vax per mettere in dubbio la vaccinazione. Sapevamo che c’era un rischio di pericardite, soprattutto sui giovani under 30 in particolare i maschi, ma in una forma molto leggera, risolvibile in poche settimane con il cortisone e a volte anche senza. Tant’è che, come mi sembra di aver capito, l’atleta ricomincerà ad allenarsi il 24 agosto. Se il problema non si fosse risolto non riprenderebbe. La cosa importante è però che casi come questo non inibiscano la vaccinazione. Il vaccino è sempre più vantaggioso». Va bene, tuttavia la domanda resta: chi paga? Negli stessi giorni si è verificato un caso simile nel calcio, a Sassuolo, dove il centrocampista Pedro Obiang ha accusato miocardite e polmonite monolaterale, anche se i medici escludono correlazioni con il vaccino. Tuttavia gli eventi avversi al vaccino, anche gravi, ci sono. E quand’anche fossero in una minima parte, chi li subisce vuol sapere come comportarsi.
LE PAROLE DEL LEGALE
Cronaca Vera ha chiesto all’avvocato Domenico Musicco, consulente legale di Avisl Onlus (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità) e volto noto delle televisioni, un parere: «Partiamo da una premessa: il Governo sta chiedendo ai cittadini di assumersi una responsabilità collettiva, andando a vaccinarsi contro il Covid. Non solo raccomanda la vaccinazione, ma ha messo in atto una serie di disposizioni d’emergenza, dal green pass alla sospensione dal lavoro, che cercano di spingere in questa direzione. Tuttavia lo stesso Governo non si sta assumendo la responsabilità di prevedere risarcimenti per i danni. Io ritengo che sia giusto vaccinarsi, ma penso sia anche giusto risarcire le vittime».
Il che modo?
«In Italia c’è una legge, la 210/92, che prevede i risarcimenti per danni da vaccinazioni obbligatorie. Tuttavia la Consulta ha già avuto modo di assimilare le vaccinazioni obbligatorie a quelle raccomandate e dunque esistono margini per ottenere un risarcimento. Nemmeno, ritengo, si può opporre il consenso informato come una sorta di liberatoria, soprattutto alla luce di eventi avversi che si sono manifestati a mano a mano che la campagna vaccinale andava avanti. Infine, c’è la risoluzione di Strasburgo».
Ne abbiamo accennato per primi su questo settimanale.
«Già. Si tratta della risoluzione 2361 approvata dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa il 27 gennaio di quest’anno. I nostri parlamentari erano presenti e non possono oggi far finta di nulla. E la risoluzione si fondava su tre capisaldi: il primo è che il vaccino non fosse obbligatorio. Il secondo che non fossero messe in atto forme discriminatorie per chi non voleva farsi inoculare. E il terzo era un’esortazione a tutti gli Stati membri a, cito testualmente, “mettere in atto programmi indipendenti di compensazione vaccinale per garantire il risarcimento per danni indebiti e danni derivanti dalla vaccinazione”. Ora, l’Italia è tra i padri fondatori del Consiglio d’Europa di Strasburgo, non può ignorarne le risoluzioni come se fossero carta straccia. Ecco perché deve farsi carico di risarcire tutti coloro che abbiano subito danni. Naturalmente, di volta in volta, ci sarà bisogno di perizie che documentino una correlazione tra danno e vaccino. Ma nel caso in cui questa correlazione sia dimostrata, a maggior ragione se già ipotizzata dal foglietto illustrativo, credo che risarcire i danni sia un dovere etico dello Stato».
(Da Cronaca Vera in edicola da martedì 31 agosto)