Focussocietà

La cantina Ricchi e i suoi vini che portano il loro territorio nel mondo tra tradizione e modernità sostenibile

Tra vigne e cantine fa tappa in un'azienda vitivinicola mantovana tutta da scoprire e degustare

(continua dopo la pubblicità)

 

 

Internazionale, moderna, coraggiosa, avveniristica, ospitale, particolare, attuale, seducente, vera, genuina, sofisticata come Elodie, graffiante come Emma, sorprendente e fresca come l’Atalanta, illuminante come la canzone “Musica Leggerissima” di Colapesce e Dimartino, profonda come le poesie di Alda Merini, unica come la bellezza: queste e tante altre belle cose è la “trasversale” (per gamma “di…vini”) Cantina Ricchi (40 ettari vitati all’insegna della piacevolezza che seduce, liberamente ispirata all’enologia veneta, ma non troppo) che andremo a conoscere o riassaporare andando tra vigne e cantine.

Allora partiamo da lontano, o meglio, dal significato letterale, che … l’affascinante etimologia del nome Ricchi, pescando dal sito internet aziendale di riferimento (www.cantinaricchi.it) beh risale alla lingua latina, Richinus: un territorio selvatico e difficile da coltivare.
Anche nel lontano 1815, le 27 pertiche denominate i Richi erano classificate come Zerbi, cioè campi aridi e sterili.

Tale introduzione è doverosa poiché la classificazione poc’anzi menzionata avrebbe dissuaso chiunque a investire su queste colline, ma non ha ostacolato la lungimiranza, tipica di certi agricoltori pragmatici del Fare,tipo Enrico Stefanoni, trisavolo dell’attuale proprietà (Claudio e Gian Carlo sono eredi diretti di terza generazione), che ha piantumato a vigna quella dolce collina, ottenendo gli ottimi, vari e vasti (diversi tra loro naturalmente e appassionatamente) vini che oggi fanno di Cantina Ricchi, un angolo di paradiso, nel cuore dei colli morenici mantovani, terra di famose, epiche, leggendarie battaglie e punto d’incontro fra le culture veneta e lombarda. Una zona insomma ricca di bellezze naturali, meravigliosi panorami e sapori gustosi e avvolgenti.

Sì decisamente, questa porzione d’Italia presenta aspetti unici (coccolata dal vicino lago del Benaco e vegliata dai colli) e particolari, grazie alla sua vicinanza con il lago di Garda e agli eventi geologici che l’hanno originato e soprattutto al clima mite che caratterizza Monzambano e i suoi terreni fertili, argillosi e morenici che marchiano tipicamente, in modo inconfondibile i suoi vini dotati di ottima sapidità ed elevata tipicità. Ecco, la passione di una vita: l’esistenza di Stefanoni,colui il quale con lungimiranza investì in un territorio inesplorato e non facile, partendo dalla classica agricoltura lombardo veneta, oggi ha giovato alla Cantina Ricchi, ai suoi vitigni internazionali, contestualizzati nei Colli Mantovani, caratterizzati dal 1960 da viticoltura ricercata, un’azienda (insomma) familiare che appunto rappresenta una realtà unica fatta di vini raffinati e sinceri, che portano con se valori, aromi e profumi di quella antica passione di famiglia riportante al territorio d’origine.

Quindi da generazioni gli Stefanoni si dedicano alla viticoltura per produzione vinicola (articolata in più linee: “La Casina” dei Colli, Igt Alto Mincio, Metodo Classico Stefanoni, Le Vigne del Garda, I Cru Stefanoni, Le Grappe) e lavorano bene, col cuore acceso, la mente vispa e la voglia di lasciare un segno positivo attraverso studio, ricerca, laboriosità, pragmatismo, praticità, modernità, qualità e costante crescita Particolare non indifferente, da quelle parti si fa agricoltura veramente sostenibile (dal 2012), senza fronzoli o inutili menate e visitare la premiata e premiante Cantina Ricchi, accompagnati dalla responsabile dell’accoglienza Chiara Tuliozi, provare (e degustare) per credere è un’esperienza che resta, come restano le emozioni provate degustando gli spumanti (non si vive di sola Franciacorta, no?) coraggiosi, squarcianti, luminosi e fragranti che si fanno a Monzambano.

Per la serie “Attenti a quei due”, spazio a due vini degustati in cantina, il resto della ricca degustazione, ovviamente tocca a voi.

Garda Merlot Carpino: arriva da uve (Merlot) lasciate appassire e più che un vino è un’opera d’arte naturale potente, complessa, emozionante, vibrante, avvolgente, talentuoso in continua evoluzione dopo passaggi in botte e bottiglia prima di arrivare alla vendita.

Garda Meridiano Chardonnay: il bianco lacustre, maturo ma vivace, che non ti aspetti che sa di mare, sole e si fa ricordare…  soltanto come certi veri amori sanno e riescono a fare.

Nota a margine:il ciclo di produzione della Cantina Ricchi avviene tutto internamente, con l’ausilio delle moderne tecnologie, ma nel globale rispetto della terra e della vigna, poiché il vino da lì arriva. Sempre nel mantovano, precisamente a Cavirana, trova ospitalità l’agriturismo con camere e ristorante “Relais Casina Ricchi”. Sottolineando che, l’Azienda Agricola Ricchi va considerata tra i pionieri nell’arte spumantistica (Metodo Classico) a Mantova e provincia, una particolare chicca sorprendente da menzionare, senza nulla togliere alle altre bottiglie è l’Igt Bianco Mandorlo, ottenuto dalla vinificazione di chicchi di uve Tuchi (praticamente il mistico Tocai Friulano che così, per legge e questioni geopolitiche non si può chiamare in Italia): degustarlo, sì è un’esperienza, da Standing Ovation… tutta da mordere e assaporare.

Chapeau all’Azienda Agricola Ricchi!

Stefano Mauri

Quando i lettori comprano attraverso i link Amazon ed altri link di affiliazione presenti sul sito - nei post in cui è presente un prodotto in vendita - Fronte del Blog potrebbe ricevere una commissione, senza però che il prezzo finale per chi acquista subisca alcuna variazione.

Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Per favore, disattiva il blocco della pubblicità su questo sito, grazie