La pallavolista Francesca Marcon, della Volley Bergamo 1991, non ha potuto presentarsi al raduno della sua squadra perché, come spiega sui social, ha in corso una pericardite post vaccino. E si chiede: “Chi paga il prezzo di tutto?” Il parere del legale di Avisl Domenico Musicco
La pallavolista Francesca Marcon, della Volley Bergamo 1991, non ha potuto presentarsi al raduno della sua squadra perché, come spiega sui social, ha in corso una pericardite post vaccino. E si chiede: “Chi paga il prezzo di tutto?”
L’avvocato Domenico Musicco, consulente legale di AVISL Onlus (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità) commenta: «Il Governo sta chiedendo ai cittadini di assumersi una responsabilità collettiva, andando a vaccinarsi contro il Covid. E li pressa, in merito, con una serie di disposizioni d’emergenza che vanno dal green pass alla sospensione dal lavoro. Tuttavia lo stesso Governo non si sta assumendo la responsabilità per prevedere risarcimenti per quella minima parte della popolazione cui il vaccino provoca danni fisici. Noi riteniamo che sia giusto vaccinarsi, ma anche che siano previsti risarcimenti per le vittime. È vero che in Italia essi riguardano soltanto le vaccinazioni obbligatorie; tuttavia, in questo specifico caso, il 27 gennaio 2021 è stata approvata dall’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, cui partecipano anche i nostri deputati e senatori, la risoluzione 2361. Tale risoluzione prevedeva non solo che il vaccino anti Covid non fosse obbligatorio, ma al punto 7.1.5 esortava gli Stati membri a “mettere in atto programmi indipendenti di compensazione vaccinale per garantire il risarcimento per danni indebiti e danni derivanti dalla vaccinazione”. L’Italia è tra i padri fondatori del Consiglio d’Europa di Strasburgo, non può fingere di ignorare le sue risoluzioni, come se fossero carta straccia. E deve dunque farsi carico di risarcire tutti coloro che, a causa di questo vaccino, abbiano subito danni. A maggior ragione se il danno comporta l’impossibilità di esercitare la propria professione».