In un video postato su Facebook, il dottor Massimiliano Bellisario, medico di famiglia ad Alzano Lombardo, nella Val Seriana, fornisce un quadro dell’epidemia sulla base della sua esperienza di operatore sanitario impegnato in prima linea
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Di fronte alle molte narrazioni incongruenti e distorte che si sono diffuse sui social e più in generale in rete, il dottor Massimiliano Bellisario, medico della ATS di Bergamo operante sul territorio ad Alzano Lombardo, non ce l’ha fatta più, e ha voluto dire la sua sulla situazione creatasi a seguito della pandemia da covid 19, che dal febbraio 2020 rappresenta una delle preoccupazioni principali della sua attività professionale.
La zona in cui Bellisario esercita si trova in quello che deve essere considerato l'”epicentro” della prima ondata del virus, la martoriata Val Seriana, soprannominata dai commentatori “Valle della morte” per l’alto numero di decessi fatto registrare tra i malati di covid 19.
Sottolineiamo alcuni aspetti particolarmente interessanti, che aiutano a capire la reale pericolosità del contagio e il ruolo svolto dalle cure di assistenza pre-ospedaliera, fornite dai medici di base.
- Il dottor Bellisario dichiara di avere avuto, tra i suoi pazienti, 202 casi di covid, il 12% circa del totale degli assistiti. L’altro 88% non si è nemmeno accorto dell’epidemia, perché non contagiato o contagiato asintomatico. Di questi 202 solo 13 sono stati ricoverati. I morti sono 6. E’ una conferma che, come abbiamo più volte scritto su Fronte del Blog, il covid 19 non ha una letalità (rapporto tra contagiati e deceduti) né una mortalità (rapporto tra totale dei decessi e numero di deceduti per quella causa specifica) particolarmente elevata. Tuttavia sappiamo bene che i morti per covid, aggiungendosi a quelli “normali” per altre cause, hanno drammaticamente sovraccaricato i servizi funerari (vedasi intervento dell’esercito al cimitero di Bergamo per trasferire in altri luoghi le bare in eccesso). Non solo: i 13 ricoverati dichiarati dal dottor Bellisario, sommandosi a tutti quelli inviati in ospedale dagli altri medici di base della zona, hanno comunque provocato un assorbimento, altrettanto drammatico, dei posti ospedalieri disponibili, in terapia subintensiva e intensiva, fin quasi ad esaurire la recettività del sistema sanitario. Secondo una nozione elementare della statistica, una bassa percentuale ( i malati gravi di covid) di un numero molto grande ( l’intera popolazione) è comunque una quantità notevole. Tanto più se il picco si verifica, come avvenuto nel caso del covid, in un periodo di tempo breve , un paio di mesi.
- Che il covid sia stato un problema enorme per la sanità della provincia bergamasca, lo dimostra un altro dato, forse il più drammatico, indicato dal dottor Bellisario. Nel periodo in questione, egli ha avuto altri 13 decessi tra i suoi pazienti. Persone portatrici di serie patologie che, a causa del sovraccarico del sistema sanitario per l’ondata di malati di covid, non è stato possibile curare adeguatamente come nel periodo pre-covid. E’ una conferma che, come abbiamo anche in questo caso più volte segnalato su Fronte del Blog, la pandemia da covid 19 ha avuto un effetto deleterio diretto ed uno conseguenziale sulla salute collettiva.
- Il dottor Bellisario tiene a specificare che i 199 pazienti di covid guariti a domicilio, senza ospedalizzazione, sono stati oggetti di assistenza da parte sua non semplicemente raccomandando di stare a riposo e assumere tachipirina ma prescrivendo, in relazione alla gravità dei singoli casi, diversi tipi di farmaci ( eparina, cortisone, cardioaspirina, antinfiamatori di vario tipo) e, se del caso, la bombola di ossigeno. E’ la prova che sul territorio i pazienti non sono stati abbandonati a se stessi, e i medici di base hanno cercato di fare del loro meglio.
- Riguardo alle terapie, il dottor Bellisario spiega, con molta incisività, che le infezioni virali, e particolarmente quelle respiratorie, assai di rado vengono curate con farmaci antivirali specifici, da sempre difficilissimi da individuare. Il rimedio migliore contro le malattie provocate da virus rimane il sistema immunitario del malato. Soprattutto questo è chiamato a vincere la battaglia col virus. I medici possono solo supportare il lavoro difensivo degli anticorpi del paziente con coadiuvanti. La stessa somministrazione dell’ossigeno è un coadiuvante. Ecco perché i vaccini, che mirano a rafforzare il sistema immunitario delle persone, preparandolo a generare anticorpi specifici in caso di malattia, sono così importanti nella lotta ai virus.
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