Leonardo Facco, fondatore del Movimento Libertario, il cui canale Youtube è stato censurato perché non in linea “con le autorità locali”, spiega il suo ultimo libro, L’esperimento. E vede, dietro la pandemia, una “rivoluzione socialista” portata avanti dalla Cina
I titoli in copertina sono due, quello di un profetico romanzo di fantapolitica, “L’esperimento”, già pubblicato nel 2001, e il cui autore è lo scomparso Giulio Rupi, e quello del saggio scritto da Leonardo Facco: “Il virus rivoluzionario”. Facco, già giornalista ed editore, fondatore del Movimento Libertario, lo scorso anno aveva pubblicato il volume “Coronavirus – Stato di paura”, in cui metteva sotto accusa le mancate autopsie sui primi morti di Covid-19, che a suo dire avrebbero provocato un maggior numero di decessi. E, in effetti, andò così, perché solo violando i suggerimenti governativi e facendo le autopsie, i medici scoprirono che tanti pazienti erano stati annientati dalle trombosi provocate dal virus.
In seguito, i suoi video critici sulla gestione della pandemia sono scomparsi da YouTube, che gli ha cancellato il canale in quanto non in linea «con le autorità locali». Ora Facco si spinge molto oltre, vedendo dietro la gestione della pandemia una «rivoluzione socialista», caratterizzata da numeri da apocalisse: 305 milioni di posti di lavoro persi nel mondo, mentre la povertà sul pianeta è passata dal 26% al 59%. In un momento in cui si sta creando l’odio sociale tra “pro vax” e “no vax”, Cronaca Vera ha deciso di ascoltare ogni voce fuori dal coro.
Perché all’inizio del libro proponi un romanzo di fantapolitica di Giulio Rupi?
«È un romanzo sconosciuto che racconta, attraverso un esperimento fatto sui topi, di come l’interventismo statale e l’istituzionalizzazione delle professioni porti alla rovina la società. Ci sono similitudini incredibili con quanto sta accadendo con la cosiddetta emergenza Covid».
Ti soffermi a parlare del “Grande Reset”. Cos’è e come funziona?
«È un progetto politico apertamente dichiarato dai suoi promotori, ovvero gli aderenti al World Economic Forum (imprenditori e politici, con Mario Draghi tra gli esponenti di spicco). È tutto scritto nel libro del presidente e fondatore del WEF, Klaus Schwab, uscito nel maggio 2020, il cui titolo non a caso è “Covid-19, The great reset”, e si propone un attacco alla civiltà occidentale e ai suoi valori. Immaginate un mondo in cui non possedete nulla, non avete privacy e la vita non è mai stata migliore, saremo felicissimi».
La tua tesi è ardita: ipotizzi un grande complotto mondiale di matrice socialista all’origine delle politiche di lockdown, che parte dalla crisi finanziaria di due banche.
«La crisi economica, l’enorme bolla creatasi dopo la crisi del 2008, stava nuovamente per scoppiare, con danni ben peggiori rispetto a quelli di 13 anni fa. Se fosse accaduto, la gente se la sarebbe presa con politici e banchieri, in quanto colpevoli del disastro. Per buttare la rumenta sotto il tappeto ecco che salta fuori un virus chimera (ingegnerizzato), che colpisce il mondo intero e soprattutto l’Occidente. Quale occasione migliore per imporre un nuovo ordine mondiale, come previsto proprio dai programmi del World Economic Forum? Non a caso, il modello di riferimento in Italia e in Europa per combattere il Covid-19 diventa la Cina, dove vige una dittatura comunista. La finalità che i governi perseguono da febbraio 2020 è, infatti, quella di un controllo minuzioso e incondizionato su qualsiasi attività e movimento dei cittadini».
Che ruolo avrebbe la Cina?
«La Cina ha avuto un ruolo determinante, in combutta con l’OMS, il cui direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus è un marxista-leninista con un passato oscuro, che ha avallato e nascosto le falsità del gigante asiatico a partire dal 2019. La Cina non solo ha mentito sull’origine del virus, ma ha nascosto – per oltre un anno – il fatto che esso è un prodotto del laboratorio di Wuhan. La Cina si è prestata a fare da primo commediante, mostrando immagini false di morti per strada causa Covid, ma è stata la prima a riaprire e a sfruttare la sua posizione di centro produttivo mondiale. Non a caso, mentre tutti i paesi occidentali hanno subito crolli del PIL impressionanti, la Cina è cresciuta quasi del 10%. La Cina è il modello socio-economico che qualcuno vorrebbe applicare in tutto l’Occidente».
Ma senza vaccini, come si cura allora il Covid?
«Si cura con la classica terapia precoce, che si è sempre usata quando ci si ammalava di polmoniti. Ora, il Covid ha delle complicazioni provocate dalla tempesta citochinica, causata dalla reazione dell’apparato immunitario al virus. Usando aspirina, cortisonici, antibiotici, ivermectina, idrossiclorochina ed eparina io ho visto curare il 99,9% dei malati da medici di base coscienziosi e seri. Ne ho conosciuti a decine, che ho intervistato personalmente, tra cui Riccardo Szumski, Fabio Milani, Mariano Amici, Luigi Cavanna, Massimo Citro, Paolo Gulisano, Andrea Stramezzi, Roberto Santi, Claudio Capobianco, Maria Grazia Dondini, Maria Bandini. Su tutti, vorrei citare il dottor Riccardo Munda, medico a Nembro e Selvino, ovvero operativo nell’epicentro dell’epicentro italiano del Covid, la Valle Seriana. Ebbene, mentre si riempivano gli ospedali di Alzano e Bergamo, lui usciva a visitare e curare i pazienti e non ha avuto un solo morto! Sai come lo hanno ringraziato? Non rinnovandogli il contratto! Chiudo con uno spunto polemico: una malattia che si cura per telefono o con un messaggio su WhatsApp – come dimostrato dall’associazione “Terapie Domicialiari Covid-19” – può essere considerata la nuova febbre spagnola, o la nuova peste?».