A fine febbraio i vaccinati erano una sparuta minoranza: se infatti andiamo a leggere il rapporto completo sull’ultimo mese, le cifre cambiano. E a guardare cosa accade in Israele, ecco cosa potrebbe succedere da noi
L’Iss ha presentato il suo ultimo bollettino di sorveglianza sul Covid e sui vaccini, datato 21 luglio. Contestualmente ha diramato un report di approfondimento. E tutti hanno riportato a caratteri cubitali lo stesso titolo, che più o meno suona così: “Da febbraio a oggi il 99% dei morti non aveva completato la seconda dose”. E quindi ecco che muoiono solo i non vaccinati. Va bene.
Però manco uno che si sia posto una banale domanda: quanti erano i vaccinati con doppia dose a fine febbraio? Perché la logica vorrebbe un confronto tra numeri più o meno simili, altrimenti c’è ben poco di attendibile. Ve lo diciamo noi. Erano 1,4 milioni: per essere precisi 1.400.262, una sparuta minoranza, nella quasi totalità over 80 e operatori sanitari. Fare un raffronto con l’epoca appare dunque francamente ridicolo, dato che i non vaccinati erano quasi 40 volte gli altri.
Non a caso il report recita:
Fino al 21/07/2021 sono 423 i decessi SARS-COV-2 positivi in vaccinati con “ciclo vaccinale completo” e rappresentano l’1,2% dei 35.776 decessi SARS-COV-2 positivi avvenuti nel periodo dal 01/02/2021 al 21/07/2021.
Ma aggiunge:
Si segnala che questo dato non può fornire informazioni circa l’efficacia della vaccinazione ma viene fornito con finalità puramente descrittive
E infatti, se si prende il bollettino di sorveglianza completo, si può vedere cosa sia successo negli ultimi 30 giorni.
Per la massima trasparenza, alleghiamo entrambi. – BOLLETTINO SORVEGLIANZA AL 21 LUGLIO | REPORT APPROFONDIMENTO SUI DECESSI AL 21 LUGLIO
I NUMERI
In questa maniera i numeri tra vaccinati e non vaccinati sono certamente più confrontabili. E cosa dice il rapporto a pagina 30? Dice questo:
Al 3 luglio, nella fascia d’età 80+ anni, l’85% della popolazione risulta essere vaccinata con ciclo completo secondo la definizione a pag. 26, Negli ultimi 30 giorni, il 33% delle diagnosi di SARS-COV-2, il 46% delle ospedalizzazioni, il 71% dei ricoveri in terapia intensiva e il 69% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino.
Quindi, è certamente vero che per la fascia over 80 le morti con il vaccino sono diminuite, ma il 31% – e non l’1% – continua a morire di Covid nonostante la seconda dose. Di più. Al paragrafo successivo si spiega:
Se le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati. Per esempio, nella fascia di età 80+, dove la copertura vaccinale è alta, si osserva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo e non vaccinati è simile .
COME IN ISRAELE
Questi numeri sembrano andare in linea con quanto sta accadendo in Israele, il Paese più vaccinato del mondo, dove la variante Delta sta creando seri problemi. Come riporta il Jerusalem Post l’efficacia del vaccino Pfizer nel fermare l’infezione è scesa dal 95% al 39%, e al 16% per chi si è vaccinato oltre sei mesi fa. Lì il 90% dei nuovi contagiati superiori a 50 anni è già vaccinato, così come lo è il 60% dei pazienti gravi. Tanto che si immagina di fare un richiamo per chi si è vaccinato oltre cinque mesi fa. Ma cosa succederà quando un’altra variante bucherà anche i richiami?
Non si sa. Però, a quanto dichiarato il 15 luglio a In Onda da Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, le varianti si formano così: «Derivano dal fatto che il virus, per esempio, trovando un soggetto vaccinato, che quindi in qualche modo gli resiste, cerca di identificare le strade per aggirare la vaccinazione». Ecco il video:
Dunque, dovesse imporsi anche da noi la variante Delta, si prospetterebbe un circolo vizioso senza fine, così come avevamo scritto.
Manuel Montero