Maestro (per davvero e per la fortuna dei suoi alunni) d’Italia, giornalista, scrittore, opinionista, provocatore e viaggiatore, Alex Corlazzoli, questa volta nelle vesti di (giusto” censore dei cosiddetti furbetti del tassametro, nella meravigliosa Napule ha fatto richiamare, appunto, un tassista un po’ furbetto. Ecco il suo racconto, postato via social (la sua pagina Facebook), in merito…
Lunedì scorso 14 giugno arrivavo dalla bellissima Procida. Giunto al porto di Napoli ho preso un taxi per l’aeroporto. Avevo controllato sul sito del comune le tariffe. Per quella tratta c’è quella fissa: 21 euro. Lo comunico al taxista: “Se lei vuol andare all’aeroporto non sono 21 euro ma il tassimetro più….” un’altra cifra che non ricordo. Capisco che sta per fottermi. Insisto dimostrandogli che c’è la tariffa fissa. Mi ride in faccia a quel punto perdo la pazienza e lo avverto che avrei chiamato chi di dovere. Allora spazientito mi carica in auto. All’arrivo con educazione lo saluto: “Arrivederci”. Non risponde. Riprovo, magari non ha sentito: “Arrivederci”. Alla terza volta risponde: “Spero mai più”. Prendo il cp: 2303. A quel punto ho due possibilità: lasciar perdere o pro-testare affinché queste cose non accadano più o meno. Certo la seconda fa perdere un po’ di tempo, ma amo Napoli, insegno ai miei bambini a pro-testare, a essere cittadini attivi. Mando un messaggio al sindaco e all’assessore alla mobilità. Chiamo le diverse società per individuare quella di cp 2303. Risultato? L’assessore si scusa con me a nome della città chiamandomi e quel taxista riceverà un richiamo. Ecco, Napoli non può essere infangata da un ignorante. Ecco, ogni volta tocca a noi, a ciascuno di noi cambiare in meglio la società. “Ciascuno nel suo piccolo, ciascuno per quello che può, per quello che sa”, diceva Borsellino.
Così postò via social nei giorni scorsi, Alex Corlazzoli.
Stefano Mauri