Italiasocietà

Astrazeneca, l’ultimo rapporto Aifa: nessun caso di trombosi in Europa dopo la seconda dose. E allora perché cambiare?

(continua dopo la pubblicità)

Che Astrazeneca potesse provocare trombosi nelle donne giovani dopo la prima dose era in tutti gli atti ufficiali. Ora, negli stessi giorni in cui il Governo impone la dose eterologa arriva il rapporto Aifa: dopo la seconda dose con Astrazeneca non esiste un solo caso di trombosi in Italia e in Europa. La confusione degli esperti è ormai totale

 

La morte di Camilla Canepa ha mandato in tilt il piano vaccinale. Mentre tutti si rimpallano le responsabilità, vi abbiamo documentato come gli atti ufficiali avessero messo tutti al corrente, da mesi, della possibilità che con una dose di Astrazeneca fossero possibili rare trombosi in donne sane sotto i 60 anni. Lo sosteneva lo stesso foglietto illustrativo del vaccino, l’allegato al consenso informato di aprile e l’ultimo rapporto Aifa sulla correlazione tra Astrazeneca e trombosi. Tali documenti li trovate nella sezione dell’homepage ARCHIVIO DOCUMENTI COVID-19 e in fondo al post.

Ma andiamo oltre. Perché la questione sta creando non poca confusione negli “esperti”, negli scienziati e, va da sè, nei politici. Infatti, per evitare altre trageida, si è deciso di mettere una pezza all’italiana, ovvero dare come seconda dose a chi ha ricevuto Astrazeneca il vaccino Pfizer o Moderna. Ci sono abbastanza studi per accettarlo? Dicono di sì, ma la Determina si rifà alla legge 648 del 1996. E cosa dice tale legge? Lo spiega proprio il sito dell’Aifa. E cioè, per farsi inoculare, il paziente dovrebbe firmare una carta. Questa:

Consenso informato scritto del paziente dal quale risulti che lo stesso è consapevole della incompletezza dei dati relativi alla sicurezza ed efficacia del medicinale per l’indicazione terapeutica proposta.

blank

Ora, si dirà: non ci sono alternative. Forse. Perché il primo fatto certo è che Astrazeneca doveva essere sconsigliato alle donne giovani e sane, come riportavano i documenti ufficiali.

Il secondo fatto certo ce lo fornisce il Quinto Rapporto dell’Aifa sulla sorveglianza dei vaccini datato 10 giugno 2021, quattro giorni prima della Determina sulla vaccinazione eterologa:

A pagina 5 si legge:

Il tasso di segnalazione delle trombosi venose intracraniche e in sede atipica in soggetti vaccinati con Vaxzevria è in linea con quanto osservato a livello europeo (1 caso ogni 100.000 prime dosi somministrate, nessun caso dopo seconda dose), prevalentemente in persone con meno di 60 anni

E a pagina 19, non fosse abbastanza chiaro:

Rientrano fra gli eventi avversi gravi a Vaxzevria anche i casi di trombosi venosa cerebrale e/o trombosi venosa in sede atipica, con un tasso di segnalazione di circa 1 evento ogni 100.000 dosi somministrate, al momento osservati esclusivamente dopo la somministrazione della 1a dose e prevalentemente al di sotto di 60 anni.

Ora, è di tutta evidenza che chi non ha subito trombosi dopo la prima dose, potrebbe serenamente prendere la seconda, dato che non esiste un solo caso in tutta Europa di trombosi dopo la seconda dose. Non sarà meno, come dire, rischioso che avventurarsi in un secondo vaccino?

***

DOCUMENTI:

  1. Il Quinto rapporto dell’Aifa sulla sorveglianza dei vaccini in cui non si evidenziano casi di trombosi in Europa dopo la seconda dose (10/6/2021) – SCARICA
  2. Gli allegati al consenso informato di Moderna e Pfizer dell’11 giugno con l’autorizzazione ad usarli come seconda dose al posto di Vaxzevria (Astrazeneca) – MODERNA | COMIRNATY PFIZER
  3. Parere CTS (13/06/2021) e determina (14/06/2021) per usare Moderna e Pfizer come seconda dose in chi ha ricevuto Astrazeneca e ha meno di 60 anni – SCARICA

Quando i lettori comprano attraverso i link Amazon ed altri link di affiliazione presenti sul sito - nei post in cui è presente un prodotto in vendita - Fronte del Blog potrebbe ricevere una commissione, senza però che il prezzo finale per chi acquista subisca alcuna variazione.

Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Per favore, disattiva il blocco della pubblicità su questo sito, grazie