In un articolo su Cronaca Vera e in una video intervista per Fronte del Blog la scrittrice pavese Paola Mizar Paini ci introduce ai misteri che avvolgono una storica, splendida abitazione in stile liberty nel comune di Lomello, in provincia di Pavia
LA MORTE TORNA A VISITARE LA CASA DELLE OMBRE
Un giallo al confine tra verità e leggende. Da decenni una splendida villa è al centro di diversi misteri. Una scrittrice vi ha trovato ispirazione per un suo libro
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Una casa infestata dai fantasmi è un grande classico della letteratura anglosassone, assai meno in Italia, dove tuttavia non mancano leggende legate ad alcuni particolari edifici. A una di esse si è ispirata Paola Mizar Paini, che per Fratelli Frilli editore ha pubblicato, il romanzo La casa delle ombre, incentrato su a una vera casa del circondario di Lomello, Villa Cerri.
La scrittrice, attraverso ricerche storico-documentali e sopralluoghi, ne è diventata una grande esperta e l’attrattiva che il bellissimo edificio, in puro stile liberty, esercita su di lei è tale che appena può va ad ammirarlo.
È vero che tu sei nata un po’ sensitiva come indica il tuo singolare secondo nome Mizar?
Io provengo da una famiglia di sensitivi E in effetti Mizar ha avuto origine da un fatto accaduto durante la mia nascita, ma che preferisco approfondire, se ce ne sarà occasione, un’altra volta.
Veniamo a Villa Cerri. Ci puoi parlare della leggenda che riguarderebbe, secondo una tradizione, il terreno su cui è sorta?
Il mistero della villa, detta anche villa degli amanti maledetti inizia molti anni prima che venisse edificata. Lo dice una storia inedita, raccontatami da un anziano signore conosciuto casualmente nei dintorni della villa. Va detto che di queste vicende di tanti anni fa, mancando una documentazione che attesti la verità storica, esistono varie versioni.
Nel 1850 un contadino, sospettando il tradimento della moglie, incinta di quattro mesi, la uccise durante una lite. Di notte trasportò il corpo in un bosco ai margini del paese di Lomello e per spregio conficcò sopra la fossa una croce di ferro. Qualche giorno dopo andò a costituirsi, accompagnando i gendarmi sul luogo. La terra era smossa, la croce capovolta e il corpo non cera più. Gli abitanti del paese pensarono a una maledizione, poiché la donna aveva fama di fattucchiera, così piantarono croci di legno tutto intorno. La notte dopo le trovarono tutte capovolte. Cinquant’anni dopo un possidente terriero, sebbene avvertito della maledizione, avrebbe costruito su quel terreno la villa, salvo poi sparire misteriosamente. La casa sarebbe passata a un cugino, il quale venne ad abitarvi con la moglie.
Chi sarebbero gli amanti maledetti e quando e come si manifesterebbero?
Come diceva qualcuno: So che i fantasmi non esistono, ma ne ho paura. Dobbiamo parlarne con rispetto. Anche se non esistono, esistono storie che ne parlano. Di questa affascinante dimora si è detto e raccontato di tutto. Basta fare una ricerca su internet per scoprirlo. Alla base c’è una storia di tradimento, un marito ingannato e l’onore lavato col sangue. Ma la storia va oltre, perché la donna era incinta e il 23 agosto di un anno non ben identificato si compì l’orrendo destino di tre persone.
Secondo una diffusa tradizione, ogni anno, in quella stessa data, nel buio della notte, si può scorgere la fioca luce di una candela dentro la torretta. Sarebbe lei, l’infelice Dama Bianca, che rinnova il segnale convenuto in vita col suo amante per i loro incontri. A quanto se ne sa, non si tratterebbe di uno spettro malefico, ma di un’anima che non ha trovato pace per la terribile tragedia che l’ha portata alla morte.
Secondo il giornalista e scrittore Davide Zardo e i coniugi Magenta, storici locali, non ci sarebbe nessun terreno maledetto, nessun marito geloso, ma solo la sventura accaduta al povero Pietro Cerri (proprietario della villa) caduto mortalmente da una scala a pioli e quella di suo figlio, scomparso in un incidente stradale. Se questa è la vera storia, rimane comunque che gli abitanti della villa non hanno avuto molta fortuna. Parlaci del servizio fotografico che insieme alla tua amica Paola Cariati hai realizzato alla villa. Cosa hai scoperto su una delle foto?
Paola Cariati è la bravissima fotografa delle copertine di tutte le mie pubblicazioni. Ricordo con emozione la giornata di fine gennaio quando abbiamo deciso di fare alcuni scatti a villa Cerri per la promozione del libro. Un anno dopo, osservando meglio le immagini scattate, mi sono accorta che a una delle finestre della torretta si scorgono due visi, di un uomo e di una donna, anche se non tutti riescono a distinguerli…
Il mistero, dunque, prosegue. Di recente hai pubblicato un libro, Emily. Cronache dal passato, in lizza al concorso Provincia in Giallo. Un’anticipazione sul contenuto?
Emily è un thriller immerso in un’atmosfera angosciosa da storia gotica, scritto a quattro mani con Pier Emilio Castoldi. Narra la storia di due ragazzini: Leo ed Emily, separati dagli eventi dopo essere stati testimoni del ritrovamento di un cadavere. Trent’anni dopo Emily torna da Leo per raccontagli una strana storia… La vicenda è ambientata nel paese di Samorello, in provincia di Cuneo. Uno di quei luoghi chiamati “paesi fantasma” perché l’intera popolazione è emigrata…
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