Il dottor Maurizio Borghetti, medico radiologo, informatore scientifico e generoso volontario nella somministrazione del vaccino anticoronavirus, ecco è tornato a postare in materia di Coronavirus. E al solito, beh non è mai banale. Ecco il suo informato post …
In diverso contesto e modo, tanti mi fanno una domanda similare che riguarda la ‘marca’ del vaccino che viene somministrato al Centro vaccinale di Crema (provincia di Cremona).
I vaccini autorizzati hanno tutti la stessa sicurezza e efficacia e lo stesso rapporto beneficio-rischio notevolmente a favore del primo, in presenza di una pandemia che è ancora presente e non battuta.
Posto e considerato che i rarissimi casi avversi eventualmente ricollegabili ai vaccini a vettore virale, hanno coinvolto essenzialmente giovani donne in età fertile, se si esclude qualche limitato caso specifico, al Centro viene indifferentemente somministrato il vaccino autorizzato disponibile. Siccome nessuna delle Aziende produttrici è in grado da sola di coprire il fabbisogno di dosi, alternative non ce ne sono. Questo senza far rischiare nessuno in modo superiore a un altro e operando per il bene di tutti.
Un recentissimo studio effettuato in 2 Paesi che avevano sospeso il vaccino Astra Zeneca (pubblicato in una delle più importanti riviste mediche del mondo) ha concluso che tale decisione ha solo contribuito ad aumentare il numero di morti per Covid in modo altrimenti evitabile. Errare è umano. Perseverare sarebbe ben oltre che diabolico.
È vero che AZ ha la dose di richiamo a 3 mesi. È altrettanto vero che non siamo più ai timidi inizi della campagna vaccinale, ma ormai abbiamo milioni e milioni di dosi somministrate nel mondo e una ‘esperienza’ inglese lì da vedere. Pertanto si può dire che dopo 15-20 giorni dalla prima dose un vaccinato AZ è già a rischio pressoché nullo di contrarre la malattia Covid-19. Finché non sarà concluso l’ambaradan, come tutti i vaccinati, dovrà proteggersi (perché bisogna evitare che il virus giri) e poi venire a prendere la seconda dose per migliorare e prolungare la immunità. Ma questo è indispensabile considerare, non il casino comunicativo che purtroppo abbiamo subito, insieme a qualche cambio di ‘rotta’ che non ha aiutato né aiuta a una serena consapevolezza.
In conclusione, non solo è inutile fare a me la domanda sulla marca di vaccino ma, a mio parere, in questo momento, è di per sé dannoso per il bene di tutti anche solo pensarla.
Dai Burdèl che ghe la fèm …
Così postò sulla sua pagina Facebook il dottor Maurizio Borghetti, DocRock d’Italia, medico radiologo e generoso volontario nella somministrazione dei vaccini contro il maledetto virus.
Stefano Mauri