Vi ricordate il film The Truman Show, del 1998, con quella straordinaria interpretazione di Jim Carrey? Se non lo aveste mai visto, sottintendendo l’eventualità che siate dei trogloditi, ve lo riassumo:
Un canale televisivo di grande successo segue fin dalla nascita un individuo (appunto impersonato da Carrey) e lo circonda di attori. Crea un mondo fittizio di cui lui è all’oscuro. Diventa, insomma, una sorta d’inconsapevole protagonista del Grande Fratello.
Le telecamere sono tutte intorno a riprendere, a cogliere ogni espressione del viso, a raccontarne gli amori, i successi e le delusioni.
Finché, ad un certo punto della sua vita, Truman capisce che qualcosa non quadra e si ribella a quella trappola costruita ad arte.
Facciamo ora un lungo viaggio intercontinentale abbandonando gli studi di Los Angeles e puntiamo l’occhio su un attico a CityLife, ormai considerata la “Zona Vip” milanese.
All’interno troviamo una bella ragazza sulla trentina ed il suo compagno, un noto cantante italiano dalle discutibili doti canore ma dalla raffinata arguzia imprenditoriale.
Ci sono anche due figli che, come da copione, conosciamo in ogni loro più singola perfezione o debolezza. Il fratello maggiore, un biondino con gli occhi azzurri, è stato il protagonista di tanti nostri momenti di noia. Abbiamo gioito nel vederlo muovere i primi passi e nel sentirgli pronunciare qualche parola appena comprensibile.
Eravamo in quell’attico, tutti noi, a tifare per lui. Seduti tra gli orsacchiotti, le borse di marca, illuminati dal sole che inondava la stanza attraverso la maestosa finestra.
E com’eravamo stati felici, prima, nello scoprire la pancia della mamma lievitare e le sue forme perfette farsi impercettibilmente rotonde.
Dio, che meraviglia, quando tra amici discutevamo su quale vestitino stesse meglio addosso al piccolo, o quale taglio di capelli lo rendesse più somigliante alla madre.
Cuoricino, commento: Ma quanto siete belli?!
Le telecamere riprendevano quel piccolo e fortunato angelo e ce lo mostravano. Ce lo offrivano in premio per aver sostenuto fin da principio la “famiglia perfetta”.
Le inquadrature, i filtri, gli episodi memorabili: hai sentito? Ha detto la sua prima parola!”
Noi, stitici di emozioni, ci eravamo limitati fino ad allora a pubblicare una foto della nostra insignificante prole. Ci eravamo concessi il privilegio di crederci simili a QUELLA famiglia senza averne il coraggio.
Infine un paio d’anni dopo la nascita del giovane angelo, forse per sopperire ad un calo d’ascolti, ecco il colpo di scena. Quello che non ti aspetti:
La stagione due!
Cosa vogliamo di più? Abbiamo già preparato birre e patatine, ci siamo accomodati sulla nostra poltrona e siamo pronti a goderci quella che, sappiamo, sarà un’esperienza indimenticabile.
Eppure in cuor nostro, nelle recondite viscere del nostro buonsenso, ci auguriamo sempre e solo una cosa: che Truman si accorga del set che gli hanno costruito attorno e decida di tornare alla realtà.
Alex Rebatto