Chapeau per quanto fatto sin qui dalla meravigliosa e fiabesca Atalanta, sulla carta e non solo, per carità… inferiore al blasonato Real Madrid, più abile a giostrare a questi livelli, con in panchina un guru del calcio moderno quale Zidane tra l’altro. Ma dalla Dea nerazzurra, bella per i primi trenta minuti, nel recentissimo doppio turno agli ottavi di Champions League, mah … forse ci si aspettava qualcosina in più; particolare non indifferente: il ritrovato, con certezze dense, Real è sì a suo agio a queste latitudini, ma con umiltà e fisico, beh alla fine, senza patire più del dovuto, ecco ha messo, appunto umilmente, sotto, giocando da provinciale, i ribadiamoli, pur eccelsi nerazzurri atalantini allenati da Gasperini, coach dalla vocazione calciofila europeista, che … forse al sorteggio nel dicembre scorso avrebbe meritato maggiori fortune.
A questo punto tuttavia una provocazione casca a pennello, ed è la seguente: ohibò, ma se sulle panchine della Dea e della Juventus (maltrattata dal Porto, mica dal Real o dal Bayern Monaco), ai posti dell’immenso “Gasp” e dell’apprendista Pirlo ci fosse stato l’Emiliano Mondonico (ah … come manca il Mondo in questi tempi cupi) da Rivolta D’Adda, cultore del modulo: “se non ho il curriculum e sfido un colosso o una compagine in salute, prima bado a difendermi, poi colpisco”, Bergamo e Torino (meno costruzione dal basso e più pragmatismo) oggi sarebbero fuori ugualmente dalla leggendaria fu Coppa Campioni?
Servono idee e giocatori per attuarle al calcio italico, movimento forse, per ora, più da Europa che da Champions League. E la Vecchia Signora bianconera juventina, anziché svenarsi per Cristiano Ronaldo avrebbe dovuto investire sulla panchina, affidando a Zidane il dopo Allegri, no?
Stefano Mauri