La situazione a Crema è grave: il Coronavirus non molla ed è esplosa tremendamente la Terza Ondata. Rispetto a un anno fa ci sono vaccini che funzionano e un’unità territoriale efficiente. Guardia altissima per evitare guai peggiori. Questo il messaggio, postato sulla sua pagina Facebook, dal dottor Attilio Galmozzi. Ecco a seguire il suo post…
Come ha ricordato il mio fratellone di camice Maurizio Borghetti (medico radiologo) pochissimi giorni fa, la media giornaliera della polmoniti COVID che transitano dall’ospedale (sia come TAC esterne che da Pronto Soccorso) è in in netto aumento e i quadri clinici tornano ad essere severi. Siamo addirittura peggio di novembre 2020 e questo dato è preoccupante.
L’ospedale, come recitano impietosi i numeri forniti dalla direzione dell’ASST, è in sofferenza. Terapia intensiva, terapia semi-intensiva respiratoria e reparti dedicati alla cura del COVID, sono pieni. Il Pronto Soccorso pure paga questa ondata in modo molto duro, perché nel PS transitano tanti pazienti Covid, ma anche patologie medico-chirurgiche non COVID. Certamente ben differenziati e distanziati ma è chiaro che i numeri aumentano.
Quali armi abbiamo rispetto ad un anno fa?
Certamente i vaccini. Seppur sotto stretta osservazione per le note vicende recenti che hanno interessato il vaccino ASTRAZENECA, l’altro vaccino continua ad essere somministrato. Con un profilo di efficacia e sicurezza documentato. Ora attendiamo le valutazioni scientifiche su Astrazeneca ma la macchina vaccinale procede con ritmi serrati. Speriamo che non ci siano ritardi, ma soprattutto che si chiariscano gli aspetti sollevati dalle autorità.
Tuttavia la curva dei contagi e della mortalità over 80 è in calo e questo significa che il vaccino funziona, con una buona efficacia nel proteggere la popolazione più vulnerabile
Nel sentire comune pare che da marzo 2020 a marzo 2021 siano intervenute cure miracolose. Spesso sento gente che dice:”beh ma avete cure più efficaci, ormai.. dov’è il problema?”. Il problema è che cure più efficaci non ci sono. L’utilizzo (dove indicato) dei corticosteroidi e eparina ha dato dati migliori. Questo non significa che questa sia la cura definitive ed efficace del Covid. E questo è un problema, perché se la gente comune si è resa persuasa che esiste una cura efficace al 100% (ma neanche al 70% per intendersi) ciò ha generato una sorta di ammorbidimento nell’uso delle protezioni individuali e del distanziamento, il che rende ragione dell’aumento significativo dei contagi e ahimè dei decessi.
Una novità importante è invece rappresentata dal centro servizi domiciliari per la cura, l’osservazione e la presa in carico dei pazienti COVID. Pneumologi, infermieri di grande esperienza, personale di supporto i quali, coordinandosi con la medicina generale, seguono al domicilio i pazienti meno complicati, evitando l’ospedalizzazione proprio perché dotati di strumenti diagnostici e terapeutici precoci, che riducono ospedalizzazione e la mortalità. Una cura farmacologica con efficacia al 100% non esiste, ma una presa in carico territoriale c’è e funziona. Succede che qualche paziente al domicilio si complichi e questo è un dato legato alla patologia. Ma l’ospedalizzazione dei malati domiciliari è nettamente inferiore ai mesi precedenti. L’età media dei malati (intendiamo tampone positivo e malattia polmonare quantomeno) si sta abbassando e si è spostata sui 63 anni, con casi anche di pazienti più giovani, diciamo della fascia 20-30. Questi ultimi numericamente significativi, (come tamponi positivi) ma con quadri polmonari tutto sommato tranquilli, fino ad ora
Visto il quadro generale, attualmente non confortante, che documenta un importante stress delle strutture di cura (dico sempre che la situazione interna alle mura dell’ospedale, fuori è moltiplicata per 20 minimo) serve ancora molta prudenza, protezioni individuali, distanziamento e marciare con le vaccinazioni (magari evitando 180-200 km di distanza). Questa zona rossa ha imposto chiusure e altre no. Non entro nel merito delle scelte ma se a differenza di un anno fa dove con il lockdown la circolazione del virus fu interrotta, oggi le chiusure parziali rallentano meno il virus. E se non si vuole il lockdown cerchiamo almeno di essere prudenti al 110% (che non è il bonus ristrutturazioni, ovviamente).
Così postò sulla sua pagina Facebook il dottor Attilio Galmozzi, in lotta contro il maledetto virus da un anno presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Crema.
Stefano Mauri