Salutesocietà

Il dottor Attilio Galmozzi, anche se la notte da Covid è ancora densa, prova a guardare oltre

Ripensare la medicina di base, ripartendo da Usca diversificate, per migliorare la sanità pubblica

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Il dottor Attilio Galmozzi, medico in servizio al pronto soccorso di Crema in trincea contro il maledetto virus da un anno è tornato a parlare di Covid. E stavolta ha parlato di Usca. Nota a margine nel Cremasco, coordinata dalla dottoressa Alessia Edallo, l’Usca dedicata ai malati di Covid 19 è un servizio domiciliare che funziona. Spazio ora al post del dottor Galmozzi.

Giusto una riflessione sul post COVID (perché nonostante i numeri siano un po’ più pessimi delle ultime settimane, continuo a nutrire fiducia sul futuro prossimo – quanto prossimo non lo so ma con una campagna vaccinale efficace e diffusa si spera non troppo troppo in là). 
Le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) attivate per l’emergenza covid sono state una scelta intelligente. Funzionano (finché i numeri non sono elevatissimi ma si spera che non lo siano) , sono gestite da colleghi (medici infermieri e personale di supporto) di grande esperienza e professionalità. E la cura domiciliare dei pazienti meno gravi o comunque compatibili con una “ospedalizzazione domiciliare” è di grande livello. 
Ora, visto che la legge regionale 23 del 2015 di Regione Lombardia è in fase di ridiscussione, perché non immaginare questo modello (supportato anche dal costruendo master universitario in infermiere di comunità) per il post COVID? 
A titolo esemplicativo attivare USCA ad indirizzo Cardiologico, Pneumologico e Geriatrico, che domiciliarmente offrano un supporto importante ai pazienti che non necessitano di ospedalizzazione (magari i neo-dimessi da reparti o PS per acuzie) alle loro famiglie e ai Medici di Medicina Generale? 
Visto che si deve ridisegnare un sistema, provare a ridisegnarlo dando peso al territorio?
Così postò sulla sua pagina Facebook il dottor Attilio Galmozzi.
Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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