Già la provincia italica è ricca di bellezze e patrimoni artistici tutti da scoprire, ammirare e visitare. Per esempio Pandino, realtà della Bassa Cremonese, sospesa tra il territorio Cremasco e il Milanese, nel suo castello ospita un’area consacrata a un geniale, visionario inventore: Mario Stroppa detto Marius vissuto tra il 1880 e il 1962, artista dal segno inquieto di chiara ascendenza monacense. Ecco … titolare e creative designer di Silva Design & Arredamenti, Gianni Silva, persona libera, senza peli sulla lingua che vive e lavora per e tra la bellezza, via social (raccogliendo uno spunto lanciato dallo scrittore Paolo Piassavini) ha lanciato, recentemente, la proposta di ricominciare, quando il maledetto virus morderà meno, proprio dall’apprezzare le bellezze cremasche, inclusa la geniale creatività di Marius.
Tutto ciò che ha sapore di ricordi è cosa buona, ma mi fa tornare alla mente un fatto che mi rattrista un po’. Penso ad un personaggio pandinese, un genio di nome Mario Stroppa, in arte Marius. In castello a Pandino, dove aveva uno studio casa nella torre, lavorò per decenni, fece dei lavori incredibili legati all’arte, all’urbanistica, al design pubblicitario e anticipò, con invenzioni proprie, attrezzi e catene di montaggio industriali spinto dalla seguente lungimirante passione: il risparmio energetico, un concetto filosofico che lo accompagnò fino alla morte. Gli attribuirono erroneamente l’invenzione del moto perpetuo, e lui si incazzó. Ebbene quest’uomo: il genio Mario Macchinista aveva disegnato l’arredo eclettico futurista del suo studio, nel maniero visconteo nella Torre Sud Est e in un cassetto abbandonò penne, gessetti, carboncini, matite da disegno. Fu in seguito ospitato, da anziano, nella casa dei poveri pandinese, dove morì attraversando la strada per andare a prendere acqua fresca alla pompa a mano di una cascina, investito da una delle poche auto che circolavano allora.
Ebbene in quei cassetti della scrivania ricordo che conteneva matite che avevano in testa infilato un chiodo perché servisse come impugnatura quando la matita era stata temperata troppe volte e diveniva cortissima. Per una mostra fatta da me, dei suoi mobili ho provveduto ai restauri e pulizia. Erano rimasti abbandonati per decenni nella torre senza finestre, ed è inimmaginabile la schifezza che li aveva avvolti. Riportati in castello, dove sono ora esposizione permanente, raccomandai di conservare il contenuto di quei cassetti. Affidai quel piano di lavoro attrezzato alla Pro Loco di allora, ma per ignoranza colpevole, qualcuno fece pulizia e gettò tutto come fossero rifiuti. Ancora oggi rivedo quei moncherini di matita con i chiodi martellati in testa, per utilizzarle fino alla fine.
Quando il mondo ritornerà a essere mondo vi invito a visitare la mostra di “Marius Genio e Macchina a Pandino in provincia di Cremona. Chiedete pure di me, di Alessio Marazzi, Cristina Sala o Roberto Ferla, vi accompagneremo volentieri.
Così postò sulla sua pagina Facebook Gianni Silva. Già prima o poi, speriamo il prima possibile, una parvenza di normalità tornerà nella nostra quotidianità. E allora per vedere l’effetto che farà e per reinventarci iniziando dalle piccole, quotidiane cose di casa nostra, partendo da noi potrebbe rappresentare una buona svolta. E in tal senso, Pandino, ricordandosi di essere pure un Borgo artistico, beh potrebbe ripartire dal suo castello e dal Marius, no? Chapeau a Gianni Silva, acuto, intelligente provocatore con tante cose di dire…
Stefano Mauri