Sì quello in programma dal 2 al 6 marzo, ecco sarà un Festival di Sanremo per così dire impostato secondo il rigido (75 paginoni) protocollo anti Covid. Un po’ come sta succedendo con e per le varie manifestazioni calcistiche nazionali e internazionali.
Il presentatore Amadeus, la sua spalla Fiorello, Elodie, Naomi Campbell, Zlatan Ibrahimovic (ma riuscirà a giocare col Milan e presentare all’Ariston?) e gli altri ospiti, ordinari e straordinari, inevitabilmente faranno i conti con la pandemia sanitaria e il maledetto virus. Ma nonostante l’assenza di spettatori in teatro, le limitazioni in città e sul palcoscenico, sì … vedrete, assisteremo a un meraviglioso spettacolo televisivo. Scommettiamo?
Per quanto riguarda i cantanti in gara, vale a dire i meravigliosi 26 artisti che si contenderanno la vittoria finale, beh c’è molta attesa, inutile negare l’evidenza, per il duo composto da Francesca Michielin – Fedez e per Annalisa. Particolare non indifferente: alla composizione di queste due canzoni (Chiamami per nome e Dieci) ha contribuito l’ispiratissimo autore, tra i migliori in attività, Davide Simonetta, colui il quale, in pratica, nel suo laboratorio – quartier generale di Bagnolo Cremasco (il paese che ospitò, secondo leggenda, nientepopodimenoche l’Innominato Manzoniano), per collaborazioni e produzioni musicali, ha ospitato, ospita e ospiterà il gotha del panorama musicale italico.
Ah … qualora malauguratamente un cantante dovesse contagiarsi, purtroppo dovrà abbandonare la Settimana Santa pagana della mistica e mitica musica nazionalpopolare italiana.
Buon lavoro Amadeus, alla faccia delle critiche, dei contestatori e dei gufi, c’è bisogno di bella musica nella nostra penisola dei famosi e non (Dagospia Dixit). E poi … Sanremo è Sanremo, no?
Stefano Mauri