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Davide Caleffi: dalla Cina stanno arrivando i primi ordini, cresciamo con calma e senza perdere di vista la qualità

La Cantina Caleffi, Eccellenza enologica cremonese e le sfide di questo 2021 iniziato da poco

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Cantina Caleffi si trova a Spineda, nella fertile Pianura Padana, al confine tra la provincia di Cremona e Mantova.

La zona dove crescono le viti è denominata Regone, località in tempi remoti di origine palustre che si innesta nel vasto triangolare catino tra il fiume Po e il fiume Oglio. Una terra che la volontà dell’uomo ha strappato ai rovi e alle spine (da cui il nome Spineda), e l’ha trasformata in un terreno fertile, argilloso e caratterizzante del nostro vino.

Questa, dal sito internet www.cantinacaleffi.it, la fotografia essenziale, ma emblematica, del territorio che ospita l’unica realtà vinicola della provincia cremonese, un luogo, un territorio magico dove Davide ed Emanuele Caleffi, insieme alle loro famiglie, fanno appunto agricoltura e vino (Metodo Ancestrale della Rifermentazione in Bottiglia) in modalità sostenibile e serenamente naturale. E con Davide abbiamo scambiato due parole.

State lavorando in vigna in questi giorni freddi di fine gennaio?

Stiamo ultimando il nuovo magazzino, settimana prossima andremo a lavorare nei campi, inizieremo le prime potature delle vigne.

Quante bottiglie avete prodotto nel 2019?

Venticinquemila…

Avete intenzione di crescere vero?

Sì, ma cresceremo piano, piano, facendo un passo alla volta. L’anno scorso siamo riusciti a piantare viti in ulteriori due ettari di terreni, altrettanto faremo quest’anno, sempre nell’ottica della viticoltura di qualità.

In cantina che lavori state facendo?

La chiarificazione è finita, tra due settimane inizieremo ad assemblare i vini, ad aprile imbottiglieremo. Il tutto ovviamente in sinergia col nostro enologo Piero Boceda. Ah, per quanto riguarda la distribuzione siamo nuovamente inseriti nel catalogo Proposta Vini e con molto piacere, il Lambrusco risulta tra i vini più richiesti dal mercato italiano e da quello estero.

A proposito: notizie dalla Cina, nazione ove i vostri Terra Forte e il Cabernet stanno girando, insieme ad altre bottiglie italiane, per promuove l’enologia Made in Italy?

A breve arriveranno i nuovi ordini, ma la nostra priorità rimane l’Italia, penisola colpita duramente dal Coronavirus, ma che non ci ha mai fatto mancare, attraverso tanti amici italiani, attenzioni e ordini.

Per carità senza nulla togliere a tutta la vostra premiata, d’autore e premiante produzione, hai per così dire il tuo vino del cuore?

Il Ven Negar, il Lambrusco Nero poichè rappresenta il nostro punto di partenza, l’inizio del sogno, ma non dimentico l’eccezionalità del Rosato In Fiore e quella continua sorpresa che è il Terra Forte. Sai cosa ti dico?

Dimmi…

Probabilmente l’Ancellotta(Terra Forte) in purezza diventerà il nostro marchio di fabbrica identificativo, è un vino unico.

L’obiettivo di questo 2021 iniziato da poco?

Che torni per tutti una serena normalità. E quando potremo uscire di casa e circolare liberamente vi aspettiamo in cantina, a Spineda con nuove sorprese. Per il momento non aggiungo altro, se non che, con orgoglio, siamo ufficialmente entrati a far parte del circuito dei percorsi firmati Touring Club Italiano.

 

Stefano Mauri

 

 

 

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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