Grandissimo tifoso dell’Inter e tra i fondatori del tifo organizzato interista della Curva Nord, Massimo Mascherpa (elegantissimo è il Gagà del commercio e della distribuzione enologica lombarda) è oggi un commerciante e distributore di alcolici d’autore e vini. E con lui, per interpretare questo momento difficile per ristoranti e bar e… beh, anche per parlare del momento, invece felice del sodalizio allenato da Antonio Conte, abbiamo scambiato quattro chiacchiere…
Ti piace il nuovo nome Inter Milan che potrebbe assumere la società interista?
In merito la penso come l’ex presidente Massimo Moratti: cioè ritengo sia soltanto e principalmente una questione di marketing vista con gli occhi di dirigenti stranieri. Non a caso ai bei tempi quando si poteva seguire la squadra allo stadio nelle trasferte europee, sul tabellone usciva la dicitura Inter Milano. Non mi entusiasma poi la modifica, pur minima, dello stemma, ma io resto un romantico sentimentale. Boh si vede che pure in questo caso prevalgono regole commerciali. Ed è un peccato.
Preoccupato del fatto che il gruppo Suning abbia messo in vendita la compagine nerazzurra?
Per me stanno cercando fondamentalmente soci con liquidità.
Il settore enogastronomico è sempre assai penalizzato dalle chiusure causa pandemia sanitaria…
Moriremo di fame avanti di questo passo. E la decisione, inconcepibile dati alla mano, di rimettere la Lombardia in zona rossa sta affossando del tutto baristi, cuochi e ristoratori. Ed è comunque ormai da un anno che il popolo delle partite iva viene tartassato e perseguitato.
Non hai ricevuto ristori?
Sono arrivati pochi spiccioli, mentre le spese tra affitto, dipendenti, tasse sui rifiuti che non produco, purtroppo ci sono sempre. Non è rinviando le tasse che si risolvono i problemi, ma con riaperture graduali e continue. Non andrebbe penalizzata tutta una regione, ma vanno analizzati i numeri delle provincie. Quella di Cremona ad esempio, attualmente e per fortuna non sta patendo per la terza ondata del maledetto Coronavirus eppure c’è tutto chiuso. E se stiamo in casa i soldi non girano. Ma sai qual è la cosa più brutta?
Dimmela…
A Roma il governo, anziché predisporre vaccini a tappeto, pensa a salvare le sue poltrone, intanto addetti ai lavori dell’enogastronomia, angosciati, preoccupati, col portafoglio vuoto non vediamo una via d’uscita.
Stefano Mauri