Titolare e creative designer di Silva Design & Arredamenti di Pandino, attività storica certificata da Regione Lombardia, Gianni Silva è soprattutto una persona libera, intelligente, senza peli sulla lingua, acuta, stimolante e squarciante. Vive e lavora per e tra la bellezza, l’imprenditore – esteta pandinese: per questo forse, oggi che la pandemia per il maledetto Coronavirus e l’annessa crisi economica ci hanno abbruttito assai, Gianni Silva, visionario e filosofo della vita, leone in gabbia, soffre parecchio e ha una voglia matta di farsi a sentire per provare a cambiare questo mondo che gira al contrario.
Il lavoro come va?
Siamo aperti esclusivamente per consulenze e per terminare quanto abbiamo intrapreso, ma la gente, chiusa in casa per decreto, purtroppo non esce, se ne sta in casa, in quelle case che io, mia sorella e mio figlio appunto progettiamo, arrediamo, seguiamo e curiamo.
Lei è un attento, provocatore e lungimirante osservatore di piccole, grandi cose quotidiane. Ecco come siamo messi dal suo personale punto d’osservazione?
Vivo a Pandino, in centro storico, in quella via principale tormentata, limitata e oppressa da viabilità sbagliate e scelte discutibili e noto, partendo proprio dalla normale, ordinaria quotidianità che ormai viviamo nel totale menefreghismo. Vuole un esempio?
Prego…
Esco dalla mia abitazione per andare al lavoro tutti i giorni, amo stare dove mi trovo bene, e … mi rapisce la poesia del sole che scalda dal freddo bucando la nebbia. Ma il tempo, poco, di arrivare in azienda e l’incanto svanisce tra automobilisti maleducati, incazzati e di fretta che ti tagliano la strada, persone pronte a fiondarsi in attraversamenti stradali ufficiali e ufficiosi, prostitute raccolte in gruppi lungo le strade e nella zona artigianale – industriale ove ha sede Silva Arredamenti. Per lavoro ricevo dirigenti d’azienda, clienti e artisti e mio malgrado siamo costretti, letteralmente, a fare lo slalom tra professioniste del sesso, clienti arrapati, rifiuti abbandonati qua e là, stradine e piazzole abbandonate.
Ma ha segnalato la questione alle autorità competenti?
Certamente, sono anni che segnalo, ma non ottengo nulla. Manca attenzione alle piccole cose in una piccola realtà qual è Pandino, figuriamoci cosa succede nelle grandi città, nelle regioni, a Roma nel governo centrale. Talvolta sulla mia pagina Facebook posto problematiche e possibili soluzioni con toni accesi, col rischio di esagerare, di risultare antipatico. Ma grido il mio dispiacere, il mio disgusto, la mia rabbia verso l’indifferenza totale. Ho l’abitudine di conservare volantini e proclami elettorali. Ebbene, all’ultima tornata amministrativa pandinese, tutti i candidati, interpellati ad hoc si dissero spinti e animati soltanto dalla voglia di migliorare il paese. Una volta eletto poi, fatta la giunta, chi può e deve fare qualcosa, neve al sole, ahimè è svanito, si fa vedere solo per fare passerelle effimere. E questo non è amare il prossimo. Trent’anni fa reinventai, a Pandino la Pro Loco denominandola Riviva Pandino e schierato in prima fila, insieme a mia sorella, dall’incuria e dall’abbandono scovammo scritti, spazi e opere legati Mario Stroppa detto Marius, quella era la fase che io definisco Gianni di tutti. Attualmente sono per pochi, avanti di questo passo tornerò a essere Gianni di Gianni. E i miei familiari me lo dicono sempre di pensare solo al lavoro o alla famiglia, ma io non ce la faccio, ai figli e nipoti vorrei lasciare un mondo migliore. L’indifferenza mi devasta, ergo grido per difesa, per attirare attenzioni e scuotere le coscienze utilizzando internet. Non fanno del resto così pure i politici nazionali e locali?
Stefano Mauri