In un recente sondaggio indetto tra gli affezionati e partecipi lettori, Marco Villa, cremasco di Montodine (vivace paese in provincia di Cremona e … vitale borgo dell’immaginario, ma reale, Granducato del Tortello, ndr), commissario (vincente e convincente) tecnico della nazionale azzurra di ciclismo su pista, beh ha messo in fila fior di allenatori quali Gasperini, Sarri e Conte Antonio.
Potenza del football meneghino: solo il trainer milanista Stefano Pioli, grazie però alla giuria di qualità, lanciatissimo col Milan nella rincorsa allo scudetto 2021 e, vincitore degli “Awards” della “Gazza” è risultato più Rock e figo del Ct del ciclismo italico pistaiolo.
E soprattutto per questo, sabato scorso, Sportweek, il magazine periodico della Gazzetta, all’ottimo Villa, bella persona e sportivo appassionato, ha regalato una bella intervista.
Il curriculum sportivo dell’Uomo (iniziale maiuscola doveroso omaggio) che ha rigenerato, nel mondo, il popolare, faticoso sport a due ruote e pedali nella versione cara ai pistard?
Ex ciclista su strada e pista ha corso da professionista dal 1994 al 2008, vincendo, tra le altre belle cose, un bronzo olimpico a Sydney (2000), 2 ori e un argento mondiali, e un numero impressionante di mitiche ed epiche “Sei Giorni”.
Una curiosità di colore? Alla prima Sei Giorni, un allora giovanissimo Marco, sul palco “incrociò” la pornostar Cicciolina nuda col pitone su un palco improvvisato e, quell’episodio, beh colorò e caratterizzò, in positivo, la sua carriera.
Ah … particolare non indifferente: Villa e i suoi ragazzi, compresi gli assi Viviani e Ganna, sono già al lavoro per preparare l’Olimpiade 2021 in quel di Tokyo al via a luglio. E proprio grazie al commissario tecnico cremasco, dopo un lavoro lungo intrapreso otto anni fa, oggi il ciclismo su pista nazionale è tornato a essere protagonista nel mondo. Tra l’altro a Crema, il Velodromo scoperto, è al centro di un importante opera di riqualificazione tesa al suo definitivo rilancio. Marco Villa, dal suo quartier generale federale di Manerbio, Bassa Bresciana, da cremasco sarebbe ovviamente felice se davvero si recuperasse la “pista” cremasca, ecco il suo pensiero in proposito rilasciato al quotidiano La Provincia recentemente: <Sono cresciuto, sportivamente, nel velodromo di Crema struttura che, una volta riattivata, permetterebbe a tanti bambini e giovani di avvicinarsi al ciclismo in massima sicurezza>.
Stefano Mauri