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Interisti, Beppe Severgnini, ma non è che mister Conte è troppo juventino per l’Inter?

Ma è davvero Conte l'uomo, l'allenatore giusto per riportare in alto i nerazzurri

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Nell’estate del 2019, allorquando Antonio Conte divenne allenatore dell’Internazionale, glorioso, nobile e ambizioso team calcistico nerazzurro di Milano, ecco il grandissimo interista Beppe Severgnini, (giornalista, opinionista, scrittore, regista, attore e presentatore), Antonio il caliente, ex giocatore, capitano, allenatore, ma soprattutto Bandiera della Juve, lo mise addirittura nella copertina del suo saggio interista “Infiniti Interismi”.

E … mah, forse la questione sta tutta qui, vale a dire: non è che mister Conte è troppo juventino per l’Inter? In sintesi: era, ed è l’Antonio, l’uomo giusto per rilanciare il sodalizio che fu di Moratti?

Tecnico capace, vincente, fumantino, permaloso, antipatico (nessuno è perfetto), pressante (i calciatori tanto si innamorano di lui, quanto si stancano in fretta dei suoi snervanti metodi d’allenamento), dogmatico (tatticamente non è elastico) e impegnativo, il coach salentino dal management nerazzurro ha avuto tanto, ma lui ancora non si è calato nella parte appieno. E non sempre, i risultati agonistici li sorridono.

Addirittura pare che, senza il maledetto virus e l’annessa crisi economica, oggi Conte Antonio non sarebbe più il condottiero tattico dell’Inter. E al suo posto, in panchina siederebbe quel Massimiliano Allegri che a Torino, subentrando all’illustre collega pugliese, ecco seppe superarlo in vittorie, feeling con la proprietà e affinità coi calciatori.

Particolare non indifferente: l’anno scorso l’Inter di Conte, (prigioniero del suo contratto ricchissimo?), sul campo non ottenne nulla, ergo quest’anno in Italia, dato che dall’Europa che conta, l’equipe del Conte è già stata trombata, Lukaku e soci sono costretti a vincere. E… conquistare lo scudetto, l’estate prossima potrebbe non bastare a sigillare la panchina dell’ex commissario tecnico dell’Italia.

Ergo a distanza di tempo, il seguente quesito, al Severgnini internazionalpopolare è d’obbligo: rimetterebbe ancora un simbolo della Vecchia Signora sulla prima pagina di un suo saggio interista?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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