Allora in campionato, l’Inter assatanata, agguerrita e mai doma che vorrebbe mister Antonio Conte (ma perché è sempre arrabbiato col mondo, permaloso, nervoso e a tratti presuntuoso il bravo calciofilo pugliese?) praticamente, sin qui, beh non si è mai vista.
E in Champions League i nerazzurri stentano assai. Cosa sta succedendo nella Milano interista inserita nella Galassia Suning?
Per carità, l’Internazionale potenzialmente è ancora in corsa su tutti i fronti e le potenzialità per riemergere ci sono, ma l’impressione è che il matrimonio, calcistico, tra Antonio Conte (ex juventino come un certo Marcello Lippi, Totem del football mondiale che, anni fa, all’Inter non riuscì a imporsi, ndr) e il sodalizio che fu di Massimo Moratti, non sia mai decollato del tutto.
Quindi non era forse meglio separarsi lo scorso mese d’agosto, allorquando tecnico, management e proprietà si incontrarono per ripensare il futuro dopo un finale di stagione incolore e certe dichiarazioni, del coach, un pochino strane?
Anziché separarsi le parti invece hanno preferito proseguire insieme, il presidente Steven Zhang (nonostante il parere contrario del direttore sportivo e del direttore generale Marotta?) ha accontentato tutte le richieste, del suo condottiero (oggi spaesato come la compagine che allena) tattico, compresa quella di acquistare il centrocampista, con più passato che futuro, Vidal.
Ah … secondo i soliti bene informati, non ci fosse stata la crisi economica da emergenza sanitaria per il maledetto virus, e … se lo stesso Conte, tre mesi fa anziché impuntarsi si fosse dimesso, oggi, sulla panchina di Antonio ci sarebbe già Massimiliano Allegri, colui il quale ad abbandonare il dogma contiano del 3 – 5 – 2, rilanciando il polemico Eriksen e Nainggolan (fischiano le orecchie a Conte Antonio?) ci metterebbe un attimo.
Che Inter spaesata, fragile e debole è quella di Conte per il momento.
Stefano Mauri