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Le discoteche non sono il male. Le dirette social? Vanno consentite e regolamentate

Dj Sergio Zuccotti entra a gamba tesa su quest'attualità ferma per il maledetto virus

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Dj Sergio Zuccotti, purtroppo come tanti suoi colleghi è fermo, suo malgrado, ai box causa le chiusure delle discoteche per pandemia sanitaria da Covid. Ma il deejay internazionale, coi suoi ritmi dance anni Settanta – Ottanta evergreen, dalla sua Soncino non riesce, o meglio, non ci sta a starsene, mentre tutto scorre fluido, in silenzio. Ha infatti cosette interessanti, dense da dire.

Oramai i tuoi pezzi musicali, con annessi episodi, spaccati storici, curiosità e aneddoti legati a essi e ai cantanti, o le cantanti che li interpretano, li sentiamo e li vediamo solo nelle tue periodiche socialdirette Facebook.

Sì ma purtroppo il più delle volte vengo interrotto e sospeso. Ed è un vero peccato: basterebbe che mister Mark Zuckerberg (patron e inventore della piattaforma social in oggetto) e i suoi collaboratori smettessero i panni inquisitori dei Torquemada 4.0 e indossassero quelli, conciliatori, di chi vuole trovare un accordo per regolarizzare, una volta per tutte, la questione e renderla, regolamentata con norme ad hoc, accessibile e fruibile a tutti con tanto di Borderò compilato, prima di ogni messa in video, dal Dj di turno. Sto telefonando a destra e sinistra, Siae compresa, da settimane, eppure non riesco a trovare la quadra della questione. Nella penisola italica le cose semplici del resto non vengono viste di buon occhio, meglio la complicata burocrazia eccessiva che tutto ferma. Dobbiamo stare in casa da decreto? Ebbene, consentano a noi professionisti, ripeto regolarizzando il tutto, di mandare in onda, ehm, in rete le dirette evitando sensazionalistiche caccia alla Streghe e favorendo svago e cultura musicale per chi non ha voglia di mettersi dinanzi alla televisione. 

A oggi ancora non si sa se e quando le discoteche potranno riaprire…

Si persiste con l’errore di limitarsi a chiudere, senza dare alternative, favorendo in questa maniera i ritrovi clandestini da altre parti. So che giovani e giovanissimi si stanno già attrezzando per festeggiare, il Capodanno, in case private, capannoni da affittare per l’occasione, cantine e garage. E guardate che certe tipologie di feste non controllate e ufficiali, oltre a creare le condizioni per aumentare, potenzialmente, i contagi da Coronavirus, ahimè creano i presupposti affinché alcol e sostanze stupefacenti, diventino protagonisti diretti o indiretti dei vari eventi proposti. Per carità l’emergenza sanitaria va affrontata con serietà, scrupolo e determinazione, ma il proibizionismo senza azioni di contorno, difficilmente apporta benefici. Il mondo della notte non è il male assoluto e i ragazzi necessitano di luoghi e spazi dove divertirsi, socializzare, ascoltare musica, guardare al futuro. Fammi dire poi una cosa in merito alla Sardegna.

Prego …       

Per quanto riguarda la penisola sarda e la nota telenovela dei locali isolani aperti e chiusi l’estate scorsa abbiamo assistito, stiamo assistendo e assisteremo a un triste teatrino con istituzioni contro istituzioni. E tali scontri, fondamentalmente, alimentano soltanto il caos, mettono in evidenza il peggio dell’Italia. Comodo dare la colpa della seconda ondata esclusivamente alla movida, dimenticando che pure i mezzi di trasporto, non potenziati e colmi di gente, o i locali eccessivamente pieni, alla faccia delle norme, e la mancanza degli indispensabili controlli, mah potrebbero aver favorito il contagio. Ah che malinconia.

Cosa bolle nella tua pentola artistica?

Aspetto passi la nottata e cessi l’allarme virus per tornare alla consolle. Ed è sempre in auge il mio progetto teso a portare, nelle scuole, la mia esperienza professionale da condividere con gli studenti. Nel frattempo, Zuckerberg volendo, ci troviamo sulla mia pagina Facebook: nessuno fermerà la musica.        

Sergio Zuccotti

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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