Amministratore Delegato e Direttore Industriale della Vhit di Offanengo, realtà industriale in continua e costruttiva evoluzione, attiva nel settore, complesso, vasto e magmatico (tutto cambia alla velocità della luce e l’elettrico avanza a passo spedito) “Automotive”, affiliata al Gruppo Bosch, l’ingegner Corrado La Forgia (vicepresidente dell’Associazione Industriali Cremona), da qualche settimana (toh, talvolta capita di vedere le persone giuste, al posto giusto) è pure il responsabile della “Fondazione ITS Nuove Tecnologie per il Made in Italy”. La “missione”formante in estrema sintesi dell’ItsCrema? Innovazione attraverso la forazione? E con l’ingegner La Forgia, esperto e studioso in intelligenza artificiale, (ha scritto con altri esperti in materia i libri “La fabbrica connessa” e “Ada, Alan e i misteri dello IoT”) in merito abbiamo scambiato quattro chiacchiere.
Nota a margine: Il percorso formativo lanciato dalla Fondazione Its(va intrapreso in totale sinergia con altre iniziative autoctone, tipo il Master Plan 3 C Studio Ambrosetti, promosso da Confindustria, per uno sviluppo sostenibile e coeso) indispensabile per accedere al titolo denominato “Certificazione di specializzazione Ifts”,beh è arrivato soprattutto per mettere a disposizione del territorio cremonese, tra i più colpiti dalla pandemia Covid 19, nuove skills e specializzazioni formanti richieste dal mercato.
La nuova mission della Fondazione Itsdunque è tanto attuale, quanto lungimirante: vale a dire forgiare figure professionali richieste dal mondo del lavoro nella provincia di Cremona. E grazie al nuovo corso della Fondazione ora si parla concretamente di nuove tecnologie formanti…
Il tema del re-skilling diventa sempre più importante. I nostri corsi partecipano a questa missione dando anche chances a chi non ha frequentato istituti tecnici o a coloro i quali decidono di interrompere i loro percorsi universitari. Tutto il sistema della formazione è un perno fondamentale sul quale va investito tempo e risorse.
L’importante, però, è avere anche un sistema di misurazione delle performances per non avere formazione erogata “ a prescindere”. in questo caso ci sarebbe addirittura il rischio di allontanarsi dal mercato del lavoro.
Il Coronavirus sta nuovamente colpendo duro la Lombardia. Sbaglio o anche in questa seconda ondata, purtroppo, le nuove tecnologie dalle istituzioni non sono state prese in attentata considerazione?
Parlano i fatti. Pur con tante belle idee non si è avuta la forza di investire, fare e utilizzare la tregua temporale che il virus ha concesso. C’è un apparato burocratico che sopravvive a se stesso e che frena tutto.
Un esempio: spesso si parla di smartworking. Il sistema privato (o meglio quelli che hanno investito in tecnologie digitali) riesce a mantenere piena operatività anche lavorando da casa. Si può dire la stessa cosa per la pubblica amministrazione? Credo che ognuno di noi sia testimone di pratiche, richieste giacenti da mesi. Siamo, probabilmente, al No working. Non per colpa degli operatori, ma della mancata, seria, introduzione delle tecnologie.
Dulcis in fundo una considerazione: quotidiana rilevazione, a tutti i dipendenti della temperatura corporea prima di accedere allo stabilimento, fornitura costante di mascherine e gel disinfettante, possibilità di sottoporsi a esami sierologici e ai tamponi molecolari.Questa l’attualità, caratterizzante l’emergenza sanitaria globale, alla Vhit di Offanengo. Insomma, quando c’è la volontà di interpretare in chiave moderna le difficoltà, comprese quelle più dure e penalizzanti, gli strumenti a disposizione ci sono. Basta metterli in campo!
Stefano Mauri