Italia

L’Iss sbaglia i conti sul Covid: ecco cos’abbiamo scoperto. Ed ecco le differenze tra la pandemia di aprile e quella in corso

(continua dopo la pubblicità)

Nel rapporto del 28 ottobre, l’Istituto Superiore di Sanità fa il conto ufficiale del reale numero dei morti di Covid: le persone senza patologie sotto i 40 anni morte da febbraio sono 14, su 37468. Abbiamo però anche scoperto le statistiche sbagliate (da loro) e due rapporti diversi: uno completo in inglese, uno non completo in italiano…

 

Facciamo una premessa. Mentre a febbraio gli esperti ritenevano inutili le mascherine e molti di loro parlavano del Covid come una semplice influenza, su questo sito veniva denunciato come gli studi cinesi sostenessero esattamente l’opposto (GUARDA) e come gli ospedali lombardi fossero sguarniti di dispositivi di protezione (GUARDA). Per primi invitavamo a non ascoltare i politici e gli scienziati italiani e a dar retta al virologo americano Robert Gallo, l’unico che dicesse che di questo virus non ne sapevamo nulla e che la mortalità in Italia fosse più alta (GUARDA). Abbiamo pubblicato i documenti choc sulla medicina delle catastrofi (GUARDA) e raccontato nel dettaglio la tragedia vissuta in Lombardia (GUARDA).

Sicché a nessuno venga in mente di appellarci come negazionisti. Detto questo, non possiamo non evidenziare le troppe cose che non tornano. A partire dalla leggenda sul mercato di animali vivi di Wuhan, da cui è impossibile sia sorto il virus (GUARDA), nonostante continuino a raccontarcela in questa maniera.

di Manuel Montero

Ci sono dati interessanti nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, il “Report sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia (Aggiornamento del 28 ottobre 2020)”. – GUARDA

Il rapporto, premessa, analizza «un campione di 37.468 pazienti deceduti e positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia». Perchè, di fatto «sulla base delle indicazioni emanate dal Ministero della Salute nella Circolare pubblicata il 25 febbraio 2020 (protocollo 0005889-25/02/2020), la certificazione di decesso a causa di COVID-19 deve essere accompagnata da parere dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Per questo motivo, è stato creato un gruppo di lavoro dedicato allo studio delle cause di morte dei pazienti deceduti che risultavano positivi all’infezione da SARS-CoV-2».

DATI MANCANTI

Bene. Il punto è che l’analisi più importante e completa, quella del punto 10 del rapporto, viene fatta su «4888 deceduti per i quali è stato possibile analizzare le cartelle cliniche. Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 3,5 (mediana 3, Deviazione Standard 2,0). Complessivamente, 170 pazienti (3,5% del campione) presentavano 0 patologie, 647 (13,2%) presentavano 1 patologia, 945 (19,3%) presentavano 2 patologie e 3126 (64,0%) presentavano 3 o più patologie».

Il campione è piuttosto riduttivo e andrebbe forse spiegato meglio perché siano disponibili appena 4888 cartelle cliniche di deceduti per Covid su 37468. Ma tenete bene a mente i 170 morti senza patologie.

DUE RAPPORTI

Per ragioni che ignoriamo, ma che destano curiosità, il punto 10 del report, che confronta i 3 diversi periodi della pandemia (marzo-maggio, giugno-agosto e settembre-ottobre 2020) è attualmente visibile sul sito dell’Iss (GUARDA), ma non è presente nel relativo rapporto pdf in italiano, quello che in sostanza resta anche dopo l’aggiornamento, che si ferma al punto 9. Eppure si tratta di un aspetto fondamentale.

Il punto 10 è comunque presente nel relativo pdf del rapporto in versione inglese.
Perché ci sia questa differenza nei documenti, non si sa.
Li abbiamo però scaricati entrambi e, come sempre, vi invitiamo a visionarli e a confrontarli personalmente per verificare le differenze, perché al prossimo aggiornamento di report vedrete sul sito dell’Iss solo la nuova versione del rapporto.

RAPPORTO VERSIONE ITALIANA DEL 28 OTTOBRE 2020 RAPPORTO VERSIONE INGLESE DEL 28 OTTOBRE 2020

LE MORTI DI PAZIENTI GIOVANI

Cominciamo con il dire che, stando all’Iss «al 28 ottobre 2020 sono 420, dei 37.468 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 93 di questi avevano meno di 40 anni (62 uomini e 31 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 15 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 64 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 14 non avevano diagnosticate patologie di rilievo».

Dunque, ripetiamo, perché questo dato va al di là delle cartelle cliniche possedute: i morti per Covid sotto i 50 anni sono, dall’inizio della pandemia a ottobre, 420 su 37468.
Di essi 93 avevano meno di 40 anni.
E dei 93 pazienti morti sotto i 40 anni, 64 avevano “gravi patologie pregresse”, mentre di 15 non si sa nulla.
Solo 14 non avevano patologie di rilievo.
Dunque, di Covid, sotto i 40 anni, sono certamente morte da marzo ad oggi 14 persone che erano del tutto sane. E non già malate di cuore, ai reni, di diabete, obesità o con malattie mentali.
Quattordici su 37468.
Come si evince dal rapporto si tratta di numeri di estremo interesse: su un campione rappresentativo basso, si è alzata comunque l’età media dei defunti, salita a di 81,3 anni.

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IL PUNTO 10 E LE DIFFERENZE DI PANDEMIA

E arriviamo così all’agognato punto 10, che sottolinea le differenze sui decessi tra i periodi di pandemia: marzo-maggio, giugno-agosto e settembre-ottobre 2020, quello che manca nel pdf italiano, ma presente comunque attualmente sul sito Iss.

È qui, come detto, che i dati sono purtroppo molto più scarni e che le tabelle sono riferite ad un campione rappresentativo «del 13,3% dei deceduti dall’inizio della pandemia; in particolare, del 12,9% dei deceduti tra marzo e maggio, del 26,1% dei deceduti tra giugno e agosto e del 11,4% dei deceduti tra settembre-ottobre».

Partiamo dalle cure che, evidentemente, sono cambiate: rispetto alla prima ondata è diminuito nettamente il numero di antivirali utilizzati, passato dal 55% al 19%, ed è aumentato quello di steroidi, passato dal 45% al 73%, sempre in associazione con antibiotici, stabilmente utilizzati in oltre l’83% dei casi. Significa che le cure sono state rimodulate e codificate.

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LA MORTALITÀ NELLE ONDATE

Guardiamo poi la tabella sulle persone decedute: nella prima colonna a sinistra c’è il numero delle patologie di cui soffrivano. A seguire le 3 colonne con il numero di decessi relativo per marzo-maggio, giugno-agosto e settembre-ottobre 2020. Questa tabella, è fondamentale sottolinearlo, non tiene conto dell’età, ma esclusivamente delle patologie. Quindi parliamo di persone anche anziane. Vediamola:

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Sicchè, ad oggi, tra giugno e ottobre le persone morte di Covid senza patologie pregresse sono 4. Due nel secondo periodo e due tra settembre e ottobre (erano 0 nel rapporto del 22 ottobre): ossia lo 0,6% dei decessi a campione tra giugno e agosto e l’1% dei decessi di settembre e ottobre.
Stiamo parlando di campioni bassi, va ripetuto, ovvero il 26,1% di giugno-agosto e l’11,4% di settembre e ottobre.

L’ERRORE NELLA TABELLA ISS

Ma non può non saltare all’occhio come anche il campione di marzo-maggio fosse molto risicato, appena il 12,9%. Tuttavia, all’epoca, il numero di persone morte di Covid senza patologie pregresse era decisamente superiore: 166, ovvero il 3,8%. Senza contare che, soprattutto allora, sono migliaia le persone morte, specie nella bergamasca, senza la diagnosi di Covid e che quindi quel valore poteva essere molto più alto.

Questo dato deve necessariamente far riflettere sull’attuale davvero infima percentuale di mortalità di persone sane di qualsiasi età e di persone in età lavorativa. Rivediamo però la tabella.

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Il lettore attento si sarà accorto che in tabella non è riportato il numero che abbiamo scritto noi, ovvero 166, ma il 1668. Si tratta però di un grossolano errore dell’Istituto Superiore di Sanità nel compilare la tabella: se la somma dei casi delle altre colonne riporta il totale esatto delle cartelle cliniche (rispettivamente 4888, 358 e 208) nella colonna marzo-maggio il totale è completamente sballato (5844 invece di 4322), così come la percentuale.

Perché ovviamente 1668 casi non possono costituire il 3,8% di 4322, lo capisce anche un bambino. D’altra parte 166 più 4 (i 2 morti di giugno e agosto e gli altri 2 di settembre e ottobre) porta il totale ai 170 morti indicati nella premessa della relazione dallo stesso Iss: o hanno sbagliato loro la conclusione nella premessa del report, o hanno sbagliato, sempre loro, i dati della tabella.

Banalmente, da una rapida verifica abbiamo potuto constatare come sia stato aggiunto un 8 in più al 166, trasformandolo in 1668. E infatti, se togliamo l’8 tornano esattamente anche i numeri percentuali.

Si tratta di un refuso che però, nella singola tabella – ad una focalizzazione della lettura – cambia tutto: perché sembra che siano morte di Covid quasi 1700 persone sane.

Sabato abbiamo così segnalato l’errore all’Iss (e pure la cifra esatta da inserire) alla mail che indicano loro per le informazioni, visto che il calcolo errato viene riportato anche nel pdf inglese, il quale con ogni probabilità sarà letto da enti stranieri analoghi.
Non ci hanno ancora risposto.
Avranno avuto altro da fare. O forse dichiarano l’emergenza, ma durante il weekend non lavorano.
Il che va benissimo. Però siccome a causa del virus stanno richiudendo l’Italia grazie a innumerevoli competenze diverse tranne quella di un virologo, almeno secondo la Società Italiana di Virologia, siccome ancora stanno lanciando allarmi sui Pronto Soccorso al “collasso” che portano un sacco di persone sane in ospedale (GUARDA) e siccome infine si vantano di essere un modello mondiale nella gestione della pandemia, potrebbero almeno mettere all’Iss un tizio con la licenza elementare a fare i conti. Una competenza in più non fa mai male.
Andrà tutto bene.

Manuel Montero

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Manuel Montero

Manuel Montero scrive da vent’anni per diversi settimanali nazionali. Ha pubblicato nel 2019, per Algama, Fenomeni Paranormali Italiani, in cui ha raccontato storie di cronaca, fatti ed eventi apparentemente incredibili, raccolti in prima persona negli anni sulla Penisola. In allegato a Il Giornale (e in ebook per Algama) sono invece usciti i volumi Telefilm Maledetti, dove l’autore narra la triste fine di alcuni dei più amati protagonisti di telefilm degli anni Settanta e Ottanta. E Wuhan - Virus, esperimenti e traffici oscuri nella città dei misteri.

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