Nel romanzo “Al Tempo del Mostro“, ha un ruolo fondamentale la fantascienza. La caccia al Mostro di Firenze cerca in un avveniristico metodo matematico il “modello preda/predatore”, la marcia in più mancata all’inchiesta reale. Anche se, sorprendentemente, un simile tentativo “fantascientifico” fu, negli anni ottanta, davvero tentato dagli inquirenti.
Lorenzo Medici, il giovane, geniale scienziato fiorentino (nomen omen…) protagonista di Al tempo del Mostro si propone di dare la caccia al famigerato “serial killer delle coppiette” utilizzando “le equazioni di Volterra” per predire quando e dove l’assassino colpirà di nuovo. Trattandosi di un “fantathriller” si potrebbe pensare che queste fantomatiche “equazioni” , col nome musicale di una delle più belle cittadine toscane, siano un’invenzione. Invece, come si può constatare con una rapida ricerca in rete, non è così.
Vito Volterra è un matematico marchigiano realmente vissuto che, in contemporanea con il collega ucraino Alfred Lotka, ha effettivamente elaborato le “equazioni di Lotka-Volterra” note anche come modello preda-predatore. Come ci informa Wikipedia, si tratta di un sistema di equazioni differenziali non lineari in grado di descrivere la dinamica di un ecosistema in cui interagiscono soltanto due specie animali: una come predatore, l’altra come la sua preda.
Abbiamo capito, direte voi: la suggestione per inserire questo modello matematico nel romanzo è venuta dal fatto che, in un certo senso, il Mostro di Firenze può essere considerato un “predatore” di coppiette nel circondario di Firenze dal 1968 al 1985.
Naturalmente, aggiungerete, mai a nessuno è venuta in mente una simile idea da romanzo di fantascienza durante l’inchiesta reale sul Mostro. Vi sbagliate.
Secondo una fonte autorevole, il compianto giornalista Mario Spezi, cronista della vicenda del Mostro per la Nazione, e poi accreditato saggista sulla materia, l’Arma dei Carabinieri, subito dopo il “delitto degli Scopeti” del 1985, esasperata per come l’assassino continuasse a colpire indisturbato nonostante il grande impegno profuso per cercare di catturarlo, richiese la consulenza del matematico e fisico Cesare Marchetti, ex “normalista” e studioso di livello internazionale.
La notizia si trova nel libro di Spezi “Dolci colline di sangue“, laddove si racconta che Marchetti indicò il “delitto degli Scopeti” come ultimo del Mostro, una previsione rivelatasi poi azzeccata. Pare, anche se non è confermato, che Marchetti avesse già collaborato con l’Arma per quanto riguarda la lotta al terrorismo brigatista. E’ però certo che il professore, in alcuni articoli pubblicati su riviste scientifiche (vedi ad esempio qui), applicando, per l’appunto, le “equazioni di Volterra” all’azione delle B.R, abbia descritto frequenza e durata degli attacchi di questo gruppo terroristico, giungendo persino ad individuare , nella parabola complessiva della sua attività, il momento in cui sarebbe dovuta cadere l’azione più eclatante: il rapimento Moro.
Per completezza va precisato che, come indicano alcuni “lanci Ansa” del luglio 1987, Marchetti definì come “amichevole” la sua consulenza ai Carabinieri , dichiarazione che collima con quella dell’allora Comandante del Nucleo di Polizia Giudiziaria dei Carabinieri di Firenze, il quale smentì che fossero state richieste ufficialmente consulenze al prof. Marchetti.
Va anche aggiunto che alcune dichiarazioni rese alla stampa da parte del prof. Marchetti nello stesso periodo contraddicono la previsione secca ( il Mostro non colpirà più dopo il “delitto degli Scopeti” ) attribuitagli da Spezi, avendo egli lasciato intendere di non escludere altri delitti.
C’è però una sua dichiarazione che, per certi versi, sembra preludere alla figura di Lorenzo Medici. Trascrivo qui l’ “Ansa” del 1987 che la riporta: “Non ho bisogno – ha aggiunto Marchetti – di vedere gli atti dell’inchiesta. A me non interessano.” Lo scienziato lavora elaborando “curve logistiche” o “ad esse” e queste curve consentono, secondo Marchetti “di prevedere dove e quando il Mostro commetterà i prossimi delitti.”
Cesare Marchetti, nato nel 1927, è ancora attivo, per cui non potevo non provare a mettermi in contatto con lui.
Ho avuto il piacere di fare una lunga conversazione telefonica con lui, nel corso della quale il professore ha tenuto a specificare, con modestia, di non aver fatto nulla di eccezionale, limitandosi ad applicare l’equazione cosiddetta “logistica” a tutta una serie di fenomeni economici e sociali che , pur essendo qualitativi, hanno comunque una manifestazione numerica. L’esempio più suggestivo che mi ha fatto sono … i gol di Del Piero.
Per curva logistica, o “ad esse” si intende quella che, mettendo in relazione eventi ( i gol di del Piero, appunto, ma anche i delitti del Mostro di Firenze) e i loro intervalli temporali, descrive sul piano cartesiano un andamento caratterizzato da un inizio lento, seguito da una crescita tumultuosa e poi da un rallentamento che riporta alla situazione iniziale.
Per quanto riguarda le “equazioni di Volterra” esse sarebbero una variante più sofisticata dell’equazione logistica: le curve “ad esse” riguardanti la popolazione di prede e cacciatori sono “rovesciate”, nel senso che al crescere del numero dei cacciatori decresce corrispondentemente quello delle prede, finché, non trovando più i primi cibo sufficiente, il loro numero cala a favore di quello delle prede e così via.
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Il professore non ha ritenuto di scendere in maggiori dettagli né circa la collocazione temporale del “rapimento Moro” ( di cui mi ha confermato la precisione nella curva logistica delle azioni delle Brigate Rosse) né sulla possibilità di anticipare matematicamente non solo il quando degli eventi successivi, ma anche il dove. Si tratta, verosimilmente, di concetti e calcoli ardui da comprendere e padroneggiare per non esperti.
Per il momento, se e in che misura ci fosse stata l’effettiva possibilità di prevedere uno dei delitti del Mostro, attendendo al varco l’assassino sul luogo del crimine per arrestarlo prima che lo commettesse ( un po’ come accade nel film “Minority report“) rimane una suggestiva ipotesi ancora da esplorare.
Poiché i serial killer continuano ad essere una triste realtà, e d’altro canto ci sono casi di serial killer, nel passato (primo fra tutti quello del primo e più famoso: “Jack lo squartatore”), rimasti insoluti, la curva logistica e il modello di Volterra potrebbero fornire un aiuto alla loro rivisitazione.
Rino Casazza
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LA SCHEDA DI AL TEMPO DEL MOSTRO:
La saga di morte del serial killer soprannominato Mostro di Firenze si è consumata tra il 7 giugno 1981 e l’8 settembre 1985: in cinquantuno mesi l’assassino ha ucciso freneticamente le ultime sei delle otto giovani coppie scovate dopo l’imbrunire ad amoreggiare in automobile in luoghi solitari della campagna fiorentina. Ecco perché quei quattro anni e poco più vanno considerati il “tempo del Mostro”.
Chi all’epoca aveva vent’anni visse con forti emozioni la tragica sequenza di uccisioni: stupore e orrore, ma soprattutto un angoscioso senso d’impotenza per la capacità del serial killer di colpire indisturbato. Questo romanzo è ambientato nelle infinite settimane di panico di allora, e ne racconta i delitti dal punto di vista di due ventenni il cui nome sembra un destino: il giornalista Nicolò Macchiavelli e Lorenzo Medici, promettente scienziato che applica ai risultati ancora incerti dell’indagine un sofisticato e misterioso modello matematico in grado di anticipare le mosse del Mostro e di scoprirne l’identità.
A cavallo tra realtà e finzione, un thriller fantascientifico (in edizione riveduta e ampliata, dopo il clamoroso successo della prima pubblicazione) ispirato ad un’incredibile storia vera, ma rimasta ignota alle cronache.
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