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Almeno in questa fase serviva e serve una comunicazione diversa in tema di Covid 19

Maurizio Borghetti, medico radiologo, invita alla fiducia, in questi giorni di caos

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Medico radiologo coi baffi, in trincea da una vita contro il maledetto virus, il dottor Maurizio Borghetti, è tornato a postare, in tema di Coronavirus e, soprattutto a chiedere un’informazione più chiara. Ecco il suo post …

Se un rappresentante istituzionale dicesse adesso che in Italia sono decedute oggi 1700 persone qualcuno si preoccuperebbe, altri andrebbero in ansia, altri direbbero “cos’è successo??”  In realtà sono anni che succede in media tutti i giorni. Questo non è per minimizzare né tanto meno per negare nulla. Solo per far capire che se si dà una informazione di pubblico interesse sensibile è utile spiegarla il meglio possibile. Non basta dire 53 deceduti con tampone positivo o al limite l’età (che ogni età merita considerazione e rispetto). Perché non dire quanti per insufficienza respiratoria con polmonite covid accertata? E nel caso, dove sono decedute? In Terapia Intensiva, ricoverati o a casa? E’ così difficile? Ma se siamo imbottiti e pieni di dati, tabelle, grafici, curve di tutti i colori e forme, previsioni e chi più ne ha più ne metta… !? Alla stessa stregua i ricoveri. Difficile dire quanti hanno una polmonite interstiziale media o grave o severa dimostrata con Tac? Sono dati semplici ma non scontati o inutili poiché la loro totale assenza nelle comunicazioni ufficiali mette in confusione la popolazione e crea pure dubbi che, soprattutto in questo momento, sono dannosi al quadrato. Almeno potrebbero essere note le attuali percentuali di pazienti in T.I. intubati? Visto che due primari del Sacco hanno detto che attualmente sono la minoranza perché al momento la malattia che afferisce è meno grave (il virus non è sempre lo stesso??) mentre chi andava in T.I. a marzo-aprile era praticamente sempre della categoria a cui non bastava la ventilazione assistita? Il Sacco però è solo uno dei tanti Ospedali ove afferiscono oggi i pazienti Covid e credo sarebbe utile sapere se lo stesso vale anche per gli altri. 
Comunque qui, al momento, la situazione resta tranquilla con qualche limitata tac di polmonite Covid19, nessuna grave. Il rapporto positivi su tamponi nel Paese si è un po’ alzato dal plateau su cui si era collocato negli ultimi giorni, sono ancora in salita ricoveri e T.I., soprattutto in alcune sedi ma anche al di là delle considerazioni fatte, siamo lontani dai numeri di malattia significativa e preoccupante di marzo-aprile e, a mio parere, qualunque sia il motivo, è diverso anche l’andamento. Abbiamo quindi ancora la possibilità di invertire la tendenza, con le precauzioni volte a non infettare, non infettarsi e non portare il virus in casa. Ne abbiamo bisogno per la salute e per non soffocare nei disastri economici e di occupazione lavorativa. Capire e essere realisti non significa abbandonare la fiducia.
Dai Burdèl che ghe la fèm (anche stavolta … e non stravolti)
Così postò sulla sua pagina Facebook nei giorni scorsi Maurizio Borghetti, DocRock d’Italia, medico radiologo e … informatore scientifico controcorrente.
Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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