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Scuola: la ripartenza immobile.

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Sei mesi di esperienza Covid, scuole chiuse, didattiche distanti, invece della ripartenza ci troviamo al capolinea? Cosa si è pensato di veramente nuovo, alternativo, in linea con la realtà di dover convivere con questo o altri virus senza terrore, senza seppellirci prima ancora di vivere? Come possono orientarsi genitori, gli studenti, e docenti?

26 di agosto e ancora caos : mascherina si mascherina no, la febbre la misuriamo a casa o sul bus o strada facendo , dove o chi  o come , si ma la didattica ?    Il Ministero dell’Istruzione non ha ancora dato direttive alle scuole: una chiara univoca decisione ministeriale sui programmi e i protocolli da seguire per il nuovo anno scolastico dell’obbligo, resa esecutiva poi da puntuali decreti attuativi. Quanti figli avete? Di che età? Sapete come ripartirà la scuola? Sapete come si fermerà e chi fermerà in quarantena in caso di casi positivi? Quale lavoro svolgete che vi permette di rimanere in bilico senza sapere i servizi che troverete per potervi permettere di lavorare e di organizzarvi nella quotidianità? O pensiamo che le donne comunque siano libere 24 ore su 24 per l’accudimento dei figli e la loro educazione- istruzione? Dico le donne perché pare affidata a loro e a volte anche ai padri single la totalità della gestione del tempo di cura dei figli. Compito arduo in questo futuro incertissimo e in balia più che di decisioni tecniche di opinioni pubbliche che si ha paura, insieme alle tante paure, a contrastare. Quali aziende“comprenderanno”, si faranno carico, all’interno della propria organizzazione di questa nuova inaspettata difficoltà del dipendente? Per i liberi professionisti poi come conciliare lavoro e pargoli in età scolastica. E chi risolve con lo smartworking, tiene conto dei figli annessi che molto smart non sono, e che hanno la sensazione di vivere in una casa dove il lavoro non finisce mai? E per l’assistenza clienti ?Si andrà di casa in casa con i figli per mano? Immagine idilliaca di un fallimento certo. Le strutture statali gratuite, usufruibili da tutti, saranno potenziate o saranno oberate, saranno disponibili o dimezzate ed in bilico tra l’apertura e la paura, tra il servizio e la chiusura? Chi ha i soldi, buon per lui, troverà sicuramente aiuto, e risulterà ancora più competitivo di chi non li ha, creando un ulteriore frattura e impoverimento sociale. Importanti riflessi sul futuro sono in gioco! Bisogna capire ora se e quale scuola ripartirà e con che prospettive e finalità! Per chi e come dovrebbe essere la scuola di oggi perché possa continuare domani! Dicono che si riparte il 14 ma ad ora senza certezze di rotta. Qualcuno suggerisce che non si partirà neppure, ognuno la gioca sul proprio piano politico, ma nessuno ne fa un discorso di utilità sociale. La scuola è essenziale per superare ogni momento emergenziale, per mantenere società e democrazia ad un livello di funzionalità non demagogico ma che permetta alle persone di crescere e far crescere la civiltà. Settembre è domani ma nessuna comunicazione è arrivata alle famiglie degli alunni da nessuna segreteria, nessun dirigente che si sbilanci. Le mamme che trattengono il fiato da un po’ cominciano ad sentirsi come avessero sabbie mobili sotto i piedi. Più cercano risposte e ipotizzano acrobatici e improbabili compromessi con datori di lavoro, clienti, parenti dei gradi più lontani, per gestire la situazione, meno il Governo risponde chiaramente. Anzi tace, e non solo in Italia, perché non è questione di partito ma di sistema che non funziona e non si cerca di rinnovare. Sarò l’unica che si aspettava a settembre una scuola più pronta? Una scuola tras-formata che raccogliesse in questi mesi le necessità digitali delle nuove prospettive? Gli esperti del Ministero non hanno raccolto purtroppo l’esperienza dell’insegnamento digitale durante la chiusura, formando i docenti ad una nuova professionalità che preveda un “insegnare in digitale” che vuol dire mettere mano a molte cose, dalla postura in video chat alla scelta di come proporre una programmazione scolastica in modo che risulti idonea al mezzo mediatico. No il tutto è lasciato ancora una volta alle capacità personali, alla buona volontà, all’autoformazione non retribuita, dei docenti che durante il fermo si sono saputi inventare un “insegnare in digitale” provvisorio. Non c’è stato uno sviluppo formativo nel campo del DAD, didattica a distanza per i collezionisti di acronimi. Perché più che un’alternanza di orari, non si è ipotizzata un’alternanza di tipologie didattiche per mantenere un minimo di continuità nei programmi e per gli studenti?   Lo so sono domande di difficile risposta ma continuano a frullare nella testa di molti. Questi sei mesi di emergenza sanitaria a che elaborazione culturale ha portato? Sono serviti solo a creare un clima di emergenza e precarietà continua dove il terrore regna e la colpa del contagio è sempre dell’altro, esorcizzare anche con gesti più scaramantici che veramente prudenziali il male, sempre alla ricerca di untori e dipingendo scenari di colpe sociali, tutto per ignorare il problema non trovando soluzioni? Perché mentre le scuole statali attendono i tardivi protocolli e il via libera non sono state strutturate e comunicate offerte formative differente? Siamo pronti a vedere intere classi in quarantena?  E lo saranno anche i genitori? Riapriremo e chiuderemo come si è fatto per le discoteche, tanto per dare un contentino? Si si riapre, e poi scoprire che a certe condizioni non si può?

A d oggi un positivo viene messo in quarantena in attesa del secondo tampone. La famiglia convivente non ha l’obbligo di farlo, io non vi trovo il senso prudenziale. Trovo il senso della asocialità, della divisione, dell’impreparazione, del quanti voti sono, divide et impera. La scuola ha più che mai bisogno di nuovi programmi e di nuovi modi per esprimere il proprio insegnamento. È tempo di cambiare. Non i banchi con le rotelle ma le rotelle che girano nei cervelli. Certo le autorità amministrative locali alcune cose che potevano fare le hanno fatte, come a Piacenza, ma si tratta di attività di ristrutturazione edilizia che potrebbero anche non essere poi in linea con nuove emergenze, ma ben vengano comunque.  Però la scuola è fatta di idee, idee classiche e idee innovative che bisogna saper comunicare, anche passeggiando in un giardino, come faceva Epicuro.

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Simona Tonini

Mi chiamo Simona Tonini sono nata a Piacenza il sette novembre millenovecentosettantatre e a Piacenza tuttora risiedo. Sono Responsabile di Epikurea Associazione di Promozione Sociale che si occupa di culturale e cura delle relazioni. Mi dedico alla Progettazione Sociale, a creare laboratori per bambini, a utilizzare la creatività come cura del sè e strumento di espressione delle proprie emozioni. Artista, Arteterapeuta Esperta di Intelligenza Emotiva, Facilitatore di GruppI A.M.A. e curiosa indagatrice dell'essere Umano meraviglioso e non, che tutti siamo.. Queste competenze mi hanno permesso di riconoscere in Me la volontà di creare un percorso di Gruppo @donneperledonne. Chi siamo Noi Donne? Abbiamo una Visone Comune? Portiamo avanti una Sorellanza? Cosa ci divide e ci Unisce? ci sosteniamo? Donne con cui affronto e mi confronto rispetto al temi importanti del quotidiano, della maternità e non, della relazione d'affetto, d'amore e intima con noi stesse, del confronto come crescita , dell'EMPOWER - MENTE FEMMINILE e tanto altro. LaSymo che è la signora che tengo nelle mani è Colei che mi permette di ricordarmi che la vita è anche Gioco .Questi i temi che toccherò con e per voi attraverso i fatti di cronaca , interviste alle donne,le loro storie e il mio pensiero,e non solo, che qui raccoglierò per cercare un sentire comune se c'è e provare a capire Il nostro Universo femminile Oggi.

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