Medico Radiologo presso l’ospedale di Crema e, soprattutto appassionato informatore e divulgatore scientifico, Maurizio Borghetti è tornato, dalla sua pagina Facebook, a postare in merito al Coronavirus. E come al solito ha detto cose illuminanti:
Se ne sentono talmente tante (e mi riferisco anche agli addetti ai lavori e esperti in materia) che si capisce quanto le certezze sul SARS-CoV-2 siano ancora scarse, comprese quelle dei più pessimisti. Qualche esempio. Quando sono calate vertiginosamente le polmoniti medio-gravi: “il virus non è cambiato ed è sempre lo stesso”. Oggi: “colpisce i più giovani”. Allora, è cambiato o no?? Non è disponibile un farmaco antivirale efficace, tant’è che si fa conto sul vaccino. Se non esiste, a differenza dell’antibiotico per le polmoniti batteriche, perché l’attuale stabilità dei numeri bassi di ricoveri e T.I. dovrebbe essere dovuta a un migliore e diverso trattamento terapeutico? C’è chi insiste a non differenziare il soggetto con tampone+ dal contagiato/malato. Quante persone poste in quarantena (senza terapia e comunque senza antivirale efficace) hanno poi sviluppato polmonite? Qualcuno dovrà pur esserci e invece diciamo nessuno e ci andiamo vicini. Non è mia abitudine essere superficiale e quindi non minimizzo nulla. Insisto però a dire che, per quanto ora si facciano più tamponi, non si arriva nemmeno lontanamente a testare gran parte della popolazione in presenza di un virus che gira tanto in asintomatici. Va bene per cercare di isolare il virus là dove si può ma valutare un andamento/pericolo della epidemia sui test (compresi gli oltre 1000 positivi di ieri) è e sarà sempre sotto condizione e credo mai preciso. È più logico concentrarsi sull’andamento della malattia, nelle sue manifestazioni più pericolose fino al decesso. A tutt’oggi questi numeri continuano a essere bassi, da queste parti ancora di più (e non dimentichiamo che il 12 maggio i tamponi+ erano 1412). Non vengono pubblicati i dati delle polmoniti da SARS-Co-V2 presenti e la loro entità (presumo che una Tac i ricoverati in reparto e in T.I. abbiano fatta tutti) e chi può e vuole deve andarseli a cercare. Ovviamente senza riuscire completamente, salvo però scoprire che notizie date in pasto alla gente non sono poi così corrispondenti al vero. Posso solo dire, come sempre, che fare attenzione è necessario ma esistono due modi. Uno con l’incubo che si torni come prima, l’altro con l’evidenza di fatti che fanno vederne la fine. Il secondo è il mio.
Così postò sulla sua pagina Facebook Maurizio Borghetti, DocRock d’Italia…
Stefano Mauri