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Il “contagio” (a meno che questa epidemia non abbia stravolto anche i significati medici delle parole e la Treccani) è per definizione la trasmissione di malattia da un individuo a un altro. Pertanto se un individuo non sviluppa malattia non dovrebbe essere definito contagiato. Considerati i tempi presunti di incubazione, sarebbe meglio (lo sarebbe già da tempo a dire il vero) non diramare i dati giornalieri dei tamponi positivi (che da maggio si riferiscono in larghissima parte e sempre di più a persone asintomatiche o con sintomi di poco conto al momento del test) bensì il numero dei nuovi casi di malattia significativa o potenzialmente pericolosa accertata. Ho il vizio di andare a ripescare anche i numeri passati. Dal 3 maggio che doveva segnare l’inizio di una ecatombe, siamo passati in Italia per il SARS-CoV-2 da 17mila ricoverati a meno di 800, da1500 T.I. a una quarantina, da 100mila attualmente positivi a 13mila pur con 40mila nuovi positivi al tampone durante lo stesso periodo. In 3 mesi qui abbiamo visto un numero limitatissimo di Tac torace positive per Covid-19, mai gravi. Se non si specifica la malattia e si continua come adesso, qualcosa non quadra. Penso che la gente (io compreso) abbia il diritto di considerare i nuovi positivi (compresi i 552 di oggi al termine dell’incubazione) per quello che sono, senza minimizzare né peraltro essere indotta a mantenere un livello di paura (del Covid e di eventuali altri provvedimenti restrittivi) che onestamente non ha più senso di esserci.
Dai Burdèl che ghe la fèm
Così postò sulla sua pagina Facebook, nei giorni scorsi, Maurizio Borghetti DocRock d’Italia
Stefano Mauri
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