L’intervista allo pneumologo di Mantova Giuseppe De Donno su Il Giornale. Oggi il deputato Andrea Dara presenterà un’interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza per capire il ruolo della Kedrion nella produzione di plasma industriale
Da Il Giornale
di Felice Manti e Edoardo Montolli
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Come rivelato dal Giornale (GUARDA) il plasma dei donatori italiani guariti da Covid-19 finirà ad un’azienda privata per essere lavorato con standard industriali. Ad occuparsene sarà il colosso toscano Kedrion, di proprietà della famiglia Marcucci: Paolo è l’amministratore delegato, il fratello Andrea è capogruppo Pd al Senato. Sulla vicenda oggi il deputato della Lega Andrea Dara presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro della Salute Roberto Speranza, esponente di Leu. Ne abbiamo parlato con lo pneumologo di Mantova, Giuseppe De Donno, il pioniere della tecnica che ha ottenuto una guarigione del 100%, senza effetti collaterali né recrudescenze. Eppure è stato fatto fuori dalla sperimentazione, anche se si dice che entrerà nel comitato scientifico (GUARDA): «Il protocollo Tsunami scelto da Aifa e Istituto superiore di Sanità con capofila Pisa è il nostro Protocollo. Ma quella sperimentazione è vecchia perché doveva iniziare una Fase 2 con item differenti di studio: giovani, anziani, pazienti oncologici…».
Plasma iperimmune, Giuseppe De Donno: “Così la politica ha prevalso sulla scienza”- L’INTERVISTA
Secondo l’ad Kedrion Paolo Marcucci, intervenuto a sorpresa al Senato, il plasma iperimmune lavorato oggi in maniera «artigianale» dai singoli centri è «costoso» e «adatto solo alla fase sperimentale». Cosa risponde?
«È in conflitto di interessi».
Marcucci sostiene anche che il plasma iperimmune industriale possa essere congelato anche per 4 anni. Il vostro?
«Se neutralizzato può durare fino a sei mesi. Se non neutralizzato, molto di più. Il vantaggio però del plasma convalescente è che costa molto meno, segue la antigenemia del virus, pertanto gli anticorpi sono più specifici. Il plasma inoltre contiene sostanze antinfiammatorie che sicuramente in futuro dimostreranno avere un peso notevole nel miglioramento clinico».
Il plasma industriale è meno pericoloso del vostro?
«Altra corbelleria. Si vuole spianare la strada ai prodotti di sintesi, verso i quali peraltro io non sono contrario. Ma ciò non vuole dire demonizzare il plasma convalescente. Gli industriali cercano profitto. Noi no. Il problema è quando il profitto collude con la scienza o con la politica. Vuol dire che il sistema ha delle pecche. Mostruose».
Quando alcuni scienziati in tv parlavano di pericolosità del plasma Avis non ha detto nulla e lei si è detto «sorpreso..»
«A dir la verità da uomo meridionale mi sono imbestialito ma al presidente nazionale Gian Pietro Briola, persona di grande serietà, ho spiegato che di fronte ai donatori dobbiamo essere uniti».
Marcucci ha sostenuto al Senato di aver fornito gratuitamente i kit di inattivazione virale alla sperimentazione del San Matteo (e quindi anche alla vostra). Se questi kit fossero a pagamento, la lavorazione del plasma che raccogliete sarebbe molto più costosa?
«No. Ma Marcucci manco ha nominato Mantova in Senato. Era distratto».
La produzione delle gammaglobuline iperimmuni industriali che Kedrion produrrà con l’israeliana Kamada sono utili?
«Se vi sarà una seconda ondata ed avremo istituito banche del plasma e magari sarà stato sintetizzato il vaccino, credo siano inutili e costose. Staremo a vedere».
Quando saranno pubblicati i risultati della sua sperimentazione su Andrology?
«Presto. Abbiamo visto che bassi livelli di testosterone correlano con la gravità di malattia. Questo dato, se confermato, potrà aprire nuovi ed importanti scenari anche nell’ambito della terapia. Sul plasma abbiamo sottomesso i dati a Jama. Siamo tutti ansiosi di sapere se verrà accettato. Ma di sicuro, in ogni modo, ha cambiato il destino del trattamento del Covid-19».
Secondo lei c’è plasma iperimmune per curare tutti?
«Secondo voi Luca Zaia è uno sprovveduto? Secondo me no».
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