Giuseppe De Donno sarcastico a RPL dopo la decisione di Aifa ed Iss di affidare a Pisa la sperimentazione nazionale sul plasma iperimmune: “Mi viene da ridere. La politica ha la meglio sulla scienza. Solo in Italia poteva succedere una cosa del genere. Come fa ad essere esperto uno che ha trattato 2 casi a fronte delle nostre decine? Noi di certo no lo seguiremo” Lo pneumologo scatenato contro Aifa, Pd mantovano. E pure su Porta a Porta dice…
È Giuseppe De Donno contro tutti. Dopo la surreale decisione presa da Aifa e Iss di affidare la sperimentazione nazionale sulla plasmaterapia contro il coronavirus a Pisa – dove fino al 5 maggio avevano trattato 2 casi – (GUARDA), lo pneumologo mantovano che ha salvato 48 pazienti su 48 non si trattiene. E parla a ruota libera nella diretta con Giulio Cainarca e Antonino D’Anna su RPL: «Solo in Italia poteva succedere una cosa del genere. Come fa ad essere considerato esperto della materia e capofila un centro che ha trattato due casi con il plasma? Cremona per casistica li ha superati trenta volte. Noi certamente non lo seguiremo e andremo per la nostra strada». – TUTTO SUL PLASMA IPERIMMUNE
LA MIA STRADA
E non le manda certo a dire: «Non ci sono ragioni giustificabili in questa scelta. Peraltro, per il tipo di trattamento, l’Aifa non aveva secondo me nemmeno l’autorità per decidere. Mi viene da sorridere, perché che altro devi fare? Non hanno nemmeno avuto fantasia, perché il nome Tsunami del trattamento è nostro. Siamo la prima città occidentale ad aver registrato un trial con il plasma, il 25 marzo. E ci hanno seguito altri 56 studi nel mondo. Tutti i giorni mi sento con i colleghi che hanno seguito il nostro protocollo a Cremona, Crema, Padova, Milano, Torino, negli Stati Uniti». E a Bergamo?, chiede Cainarca: «Su Bergamo mi riservo di non rispondere perché utilizzano un’altra metodica».
IL PAZIENTE SALVATO DA MATTARELLA
In questa storia vergognosa tutta italiana, in cui vengono negati i meriti dello pneumologo di Mantova con una scelta che non ha alcuna giustificazione apparente, De Donno racconta del paziente 51enne dato per spacciato a Bergamo e salvato con il plasma iperimmune nel suo reparto: «Lo ha salvato direttamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché il paziente arrivava da 18 giorni di sindrome respiratoria acuta e non rientrava nel mio protocollo, su cui ero abbastanza rigido. Il Quirinale ha chiamato il prefetto e abbiamo deciso di infondere il plasma per uso compassionevole. Ecco, il paziente si è svegliato. E da allora sostengo: bisogna fare attenzione a dire di no alle cure. E non mi sento più di dire di no a nessuno».
DAL “DEMENTE” A PORTA A PORTA
De Donno sostiene che abbiano tentato in tutti i modi di offuscare la sua immagine: «A Mantova alcuni esponenti del Pd sono arrivati a darmi del demente. Ma si rende conto? Io che arrivo da quella storia, mi vergogno di avervi fatto parte. Perché lo abbiano fatto non lo so, forse temevano che volessi candidarmi, che è l’ultima cosa che ho in mente. Ora Porta a Porta mi cerca da quattro giorni per andare in trasmissione, forse perché hanno visto quanta gente mi segue. Ma dopo che mi hanno letteralmente sbattuto fuori la volta scorsa, certamente non ci andrò più».
I COSTI DEL PLASMA E L’AVIS
Lo pneumologo auspica come tutti l’arrivo di un vaccino «ma in un tempo giusto, che non vuol dire tre mesi». E conclude: «Continuano a dire che il plasma sia caro quando costa 82 euro a paziente. E poi che possa essere pericoloso. E questa è una scemenza che offende tutte quelle persone che continuano a donare il sangue. La modalità di identificazione e purificazione del plasma iperimmune non è diversa da quella del comune plasma. Quindi, non facciamo più trasfusioni? A me spiace che l’Avis, a livello nazionale, non abbia alzato le barricate contro queste affermazioni».
I RESPONSABILI
«Io non ho l’ambizione di diventare famoso e quando sono andato in tv non ho preso un euro. Sono un medico di una città di provincia e continuerò a farlo. Vorrei sapere se anche gli altri professori che vanno in tv e che sono andati a dire che non c’era pericolo o che questa era solo una forte influenza, non prendano cachet. In merito alla scelta di preferire il centro di Pisa alla nostra sperimentazione, non so perché sia accaduto. Pensi che io l’ho saputo dalle agenzie. Non hanno nemmeno atteso i nostri risultati, che francamente mi pare incomprensibile. Di certo i responsabili della scelta sono Iss, Aifa e ministero della Salute. Anche se la sanità è regionale, il ministero avrebbe dovuto convocare tutti i governatori e ordinare di fare banche del plasma regionali, perché è l’unica terapia che oggi abbiamo contro il coronavirus».
NON ABBASSARE LA GUARDIA
Lo pneumologo mantovano è poi prudente: «Non dobbiamo abbassare la guardia. Oggi in pronto soccorso a Mantova era pieno di gente. Abbiamo dovuto aumentare i letti in terapia intensiva da 15 a 20. Bisogna stare attenti nel sostenere che il virus ora sia meno aggressivo. Perché è un virus aggressivo. Guardi cos’è successo in Germania, dove stavano per riaprire le scuole. Dobbiamo farci trovare pronti alla prossima ondata, con una banca del plasma iperimmune».
L’imperdibile intervista, nel video in cima al post. Buon ascolto.
Manuel Montero
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