Ogni tanto c’è una profezia che si concretizza e che si rivela incredibilmente precisa: come quella sulla pandemia da coronavirus del 2020. O quella che, 13 anni prima del naufragio, raccontava la storia del transatlantico Titan…
Di Rino Casazza
Nel 2012 la collana degli Oscar Mondadori ha pubblicato un libro, dal titolo End of the days, nella versione italiana Profezie, scritto da Silvia Browne in collaborazione con Lindsay Harrison. La prima, defunta nel 2016, è stata un nota e discussa medium; la seconda, ancora vivente, è una scrittrice specializzata in tematiche del paranormale.
Il libro, una sorta di versione moderna delle “Centurie” di Nostradamus, raccoglie previsioni su eventi futuri di cui la Browne, grazie alle sue speciali capacità, sarebbe venuta a conoscenza. Mentre il citato famoso astrologo e farmacista francese del Cinquecento mise i suoi vaticini in versi dal linguaggio enigmatico, la Browne si sbilancia indicando in modo esplicito date e circostanze.
Ricordiamo che gli appassionati esegeti di Nostradamus hanno ritenuto di trovare nelle sue oscure quartine traccia di molti avvenimenti storici successivi. I “nostradamologi” considerano riferite ad avvenimenti di là da venire le quartine ancora senza spiegazione.
A quanto pare, la medium statunitense è spesso incorsa in previsioni sbagliate.
Nei giorni scorsi, qualcuno ha tuttavia scoperto nel testo di Profezie questo passo:
”Intorno all’anno 2020 una terribile malattia, simile ad una pneumopatia, si diffonderà in tutto il mondo e colpirà i polmoni e i bronchi. Ma la cosa assurda sarà la velocità con cui si manifesterà e la rapidità con cui svanirà all’improvviso così come era arrivata. Tornerà di nuovo dieci anni dopo, per poi scomparire definitivamente.”
Si tratta decisamente di un’anticipazione della pandemia da covid-19 che stiamo vivendo. In questo caso la profezia della Browne è azzeccata. Quale che sia la sua origine, è da prendere come buon auspicio per la previsione di un “lieto fine” con la scomparsa del virus.Molti diranno che non bisogna assolutamente credere ai profeti del futuro. Le coincidenze esistono e comunque, a forza di profetizzare, si finisce prima o poi per azzeccarci. Quanto a Nostradamus, il linguaggio criptico delle “Centurie” è fatto apposta per adattarsi, a posteriori, a qualsiasi evento.Considerazioni sagge e condivisibili.A me tuttavia viene in mente un altro caso di “coincidenza”, ancora più sbalorditivo.Riguarda il naufragio del Titanic, avvenuto il 15 aprile del 1912, nell’oceano Atlantico, al largo di Terranova. Il transatlantico, considerato inaffondabile, andò a cozzare contro un iceberg sul lato di dritta, affondando. Purtroppo, mancando scialuppe per accogliere tutti i passeggeri, più di un migliaio di persone morirono assiderate immergendosi nelle acque gelide dell’oceano.
Che cosa pensereste se vi dicessi che quattordici anni prima un autore aveva scritto un romanzo in cui si narra l’immaginaria vicenda di un naufragio perfettamente sovrapponibile a quello del Titanic?
Con l’unica differenza che il piroscafo letterario si chiama Titan, invece che Titanic?
Credereste che vi sto prendendo in giro.
Invece è tutto vero.
Nel 1899 lo statunitense Morgan Robertson, nel suo romanzo Futility, fece affondare nell’oceano Atlantico, in aprile, il transatlantico Titan, considerato inaffondabile, a causa della collisione con un iceberg sul lato di dritta, a circa 400 miglia da Terranova. Il disastro venne aggravato dal fatto che le scialuppe di salvataggio erano insufficienti, così che migliaia di passeggeri dovettero immergersi nelle acque gelide, morendo assiderate…
Rino Casazza
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