Gli strani casi di Bianca Dobroiu e Stefania Giardoni. La prima, modella a Bologna, la seconda, commessa a Roma: entrambe si sono ammalate a febbraio di coronavirus e dopo quasi due mesi risultano positive al tampone. Bisognerà rivedere la durata degli isolamenti obbligatori?
Il primo a far sapere che la malattia da coronavirus era molto più lunga del previsto fu la Iena Alessandro Politi, che rivelò in tv di essere positivo a 30 giorni dalla diagnosi. Ma ci sono due casi limite che potrebbero far ripensare totalmente la lunghezza dell’isolamento domiciliare obbligatorio dopo aver contratto il morbo. – GLI ARTICOLI DI ALESSANDRO POLITI SU FRONTE DEL BLOG, PRIMA CHE DIVENTASSE UNA IENA
La prima storia arriva da Roma, dove Stefania Giardoni racconta al Corriere della Sera: «La mia è stata ed è ancora un’ odissea, sono positiva al coronavirus da quasi due mesi. Sono stata ricoverata in tre ospedali. Ho fatto quattro Tac ai polmoni. E ancora non sono guarita». Commessa, è stata male a fine febbraio. Allo Spallanzani ci arriva ai primi di marzo. Le somministrano l’idrossiclorochina. Fa il tampone: negativo.
La dimettono: «Allora sono tornata a casa fiduciosa, cos’ altro potevo fare? Ma la verità è che stavo ancora male, tanto che il 5 aprile sono dovuta tornare in pronto soccorso, questa volta al San Camillo. E purtroppo è ricominciato tutto daccapo. Ho fatto ancora una volta tampone orofaringeo ed esame sierologico: positivo il primo, IgM (immunoglobuline, ndr ) alte. Avevo ancora il coronavirus, dopo più di un mese non ero riuscita a scacciare il virus». Stefania oggi è ancora ricoverata all’ ospedale. «Il 28 aprile, tra due giorni, rifarò il tampone e la Tac e vedremo se mi sono finalmente negativizzata».
Il secondo caso riguarda Bianca Dobroiu, 23 anni, la Paziente 1 di Bologna. Anche lei si sente male a fine febbraio. Ricorda al Resto del Carlino l’infettivologo Luciano Attard, del Sant’Orsola: «Dopo quattro giorni stava bene. Non era stata sottoposta ad alcuna terapia. Le avevamo dato solo farmaci sintomatici e in pochissimi giorni erano scomparsi i sintomi. Allora non si trattavano i casi lievi». Bianca sta bene, ma continua ad essere positiva. Condivide l’appartamento con la mamma, con cui però non può avere contatti: «Non ce la faccio più, non vedo l’ora di poter fare anche una sola ora d’aria fuori».
Manuel Montero
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