Salutesocietà

Il medico cremasco Attilio Galmozzi: “Vi spiego il coronavirus in cinque punti”

Galmozzi, in trincea contro il coronavirus, illustra il virus e il suo modo di colpire

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Così il dottor Attilio Galmozzi spiega al popolo social come agisce il coronavirus: cinque punti per sgomberare il campo dagli equivoci.

 

Il dottor Attilio Galmozzi, medico in trincea al Pronto Soccorso di Crema contro il coronavirus, ha spiegato via social, al figlio e al popolo web, il coronavirus: in cinque punti e con qualche annotazione.

Dunque.. .qualche riflessione sparsa.
Parto da questo disegno (vedi foto in pagina) molto semplice – Edo (il figliolo) stasera (giovedì 23 aprile) voleva capire in cosa consiste “sto cavolo di Coronavirus”- per fare alcune considerazioni.

1) Il mio stimatissimo collega Maurizio Borghetti ha ragione: il virus (come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi) si sta attenuando.. per un insito bisogno di non estinguersi biologicamente parlando o perché l’isolamento sociale ha funzionato? Forse entrambe. Sappiamo che il virus ha bisogno della cellula ospite per replicarsi. Estremizzando il discorso: se tutti gli ospiti muoiono (biologicamente remotissima come ipotesi) il virus muore. E, per quanto biologicamente semplice – ma ahimè letale – non è proprio così deficiente da concedersi il lusso di estinguere tutti gli ospiti..

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2) Conosciamo pochissimo di questo virus e certamente ci vorranno molti anni affinché si possa giungere a livelli di conoscenza molto dettagliati. Fino ad oggi abbiamo visto tantissimi quadri clinici..sulla sua “biologia” siamo ancora – per dirla in cremasco – nel campo delle cento pertiche.

3) Ma strettamente connesso al punto 2…il tema del rapporto rischio biologico- rischio economico..che non è banale. Scegliere un equilibrio tra i due è difficile, in questa fase davvero molto difficile. Di certo le norme di isolamento sociale sono state efficaci.

4) Non esiste ad oggi cura efficace. In questi mesi difficilissimi abbiamo garantito nei casi più gravi il supporto delle funzioni vitali. D’accordo: è il nostro mestiere ma garantire il supporto delle funzioni vitali non è curare il virus. Vuol dire inseguire le complicanze, a volte con insuccesso frustrante, e cercare precocemente di individuare quei soggetti più fragili e la cui evoluzione può essere infausta se non trattati con tempestività.

5) Non esiste cura efficace.. pare che alcuni farmaci possano giovare.. appunto… Pare.. ma un vaccino o un farmaco X in grado di curare o cronicizzare l’infezione non esiste. Pensiamo all’HIV…Prima di giungere ad una sua cronicizzazione oppure trattamento efficace (con pazienti a viremie zero) ci sono voluti decenni.

Quindi è indubbio che servano tempo e prudenza. Tempo da concedere alla scienza di trovare un trattamento efficace..non sappiamo quanto durerá l’immunità acquista post infezione ne se la stessa sarà perenne o sufficientemente lunga da dare beneficio..

Ci si può aspettare (probabilmente? Forse?) un “rimbalzo” dei positivi legato da un lato all’allentamento delle misure di isolamento sociale ( la riapertura seppur graduale dei luoghi di promiscuità) dall’altro alla non certezza di come il virus si comporterà nelle prossime settimane. Il calore tipico dei mesi estivi lo attenuerà? Lo rallenterá?

Appunto.. non si sa..
Allora che prevalgano prudenza.. massima.. buone pratiche (presidi di protezione igiene delle mani ecc) e capacità di un sistema di rimodulare le sue priorità ( salvaguardare la salute pubblica vs un accettabile regressione economica?) E soprattutto trovare meccanismi che in 24 ore (qualora servisse) garantiscano la massima efficienza di ospedali e professionisti per ridurre al minimo i rischi…

Così postò sulla sua pagina Facebook il dottor Attilio Galmozzi.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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