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Coronavirus, le domande in diretta di Fronte del Blog al governatore Attilio Fontana

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Sono intervenuto stamane a Radio Padania, ponendo alcune domande al governatore della Lombardia Attilio Fontana. Tra i temi, la mortalità in Lombardia e l’app Allarme Lom, sulla cui inutilità ho espresso alcune considerazioni. Ecco cos’è successo…

 

Di Edoardo Montolli

Su come l’emergenza coronavirus sia stata affrontata da Governo, Regione Lombardia, sindaci ed esponenti politici di ogni colore, oltre che dagli scienziati italiani che parlavano di un’influenza, ho espresso più volte il mio parere. Nonostante ci fossero studi pubblici ben precisi che arrivavano dalla Cina, il problema è stato largamente sottovalutato: dalla vastità ridicola della zona rossa, alla totale impreparazione in termini di strutture e dispositivi di protezione, alla demenzialità dei primi provvedimenti di Roma. – GUARDA

Dopo aver pubblicato l’ultima inchiesta sulla misteriosa mortalità di Bergamo, alla quale più risposte possono essere date, ieri Radio Padania ha ritenuto di intervistarmi:

Oggi il direttore dell’emittente Giulio Cainarca mi ha richiamato per porre alcune domande in diretta al governatore lombardo Attilio Fontana, che tuttavia, senza che la cosa mi abbia sorpreso per nulla, ha rivendicato tutto quanto fatto dalla Regione per i suoi cittadini. Nonostante ci siano oltre mille persone morte in casa senza che nemmeno sia stato fatto loro un tampone. Nonostante le macroscopiche evidenze che ho più volte raccontato.

 

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Giulio Cainarca, direttore di Radio Padania

Secondo Attilio Fontana, anzi, ancora una volta la Lombardia ha dimostrato di avere il miglior sistema sanitario del mondo. Peccato che la Germania abbia una mortalità intorno all’1% con oltre 78mila contagi, che gli Stati Uniti l’abbiano al 2% con più di 215 mila malati e che Bergamo l’abbia al 22% su poco più di 9mila contagiati ufficiali, senza contare i morti non certificati da covid19, defunti in casa senza alcuna assistenza.  E che sono una valanga.

Già che c’ero ho provato a dare un suggerimento costruttivo al governatore. La Lombardia ha fatto un’app sul coronavirus, che si può scaricare dal playstore, si chiama  AllertaLOM. Quando l’avevano annunciata, ho pensato: “Ci sono arrivati”. Immaginavo che finalmente avessero messo a disposizione uno strumento per i cittadini che, non sapendo più che numeri chiamare tra numero verde, 1500 e 112, non essendoci un vero coordinamento tra ospedali, pazienti e medici di base, potessero comunicare i sintomi e ricevere aiuto immediato al momento giusto. Potessero trovare i luoghi dove comprare mascherine e soprattutto bombole di ossigeno. Invece, a cosa serve l’app? Quando ho visto il video, non ci volevo credere:

Ecco a cosa serve l’app. Serve a compilare un questionario anonimo con i sintomi da mandare a loro per i loro studi. Dite la verità. Voi che come me vivete nel cuore del problema, se sentivate davvero l’esigenza, no? Verrebbe da ridere se non ci si trovasse in mezzo ad uno tsunami.

Ho provato a chiedere conto anche di questo a Fontana, a dirgli che di un’app del genere uno che sta male non se ne fa nulla, che non vuole comunicare i sintomi ad un questionario anonimo, ma ad un medico per ricevere le cure. Che così non la scaricherà giustamente nessuno, perché le istituzioni prima delle loro statistiche dovrebbero preoccuparsi che il sistema sanitario con i pazienti funzioni davvero. Tutto, va da sé, inutile.

D’altra parte, siamo il fiore all’occhiello della sanità italiana. Il migliore al mondo.

Qui sotto, se volete (e in cima al post), il video con le domande che ho posto al governatore Attilio Fontana:

 

Edoardo Montolli

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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