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Coronavirus, l’avvocato Fabio Schembri: “Arriverà il giorno in cui occorrerà dare giustizia ai parenti delle vittime”

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Cosa succederà al termine della pandemia? La sottovalutazione degli eventi, l’enorme carenza di strumenti di protezione, i pazienti morti in casa. L’analisi del noto penalista di Milano su Fronte del Blog: “Anche in una situazione di emergenza eccezionale vige un reticolato di norme che deve essere rispettato da tutti”

 

Di Fabio Schembri

 

In Lombardia sta andando tutto male.
I numeri sono veramente impietosi rispetto alle altre regioni italiane e al resto del mondo.
Non è tempo di polemizzare, i medici e tutti gli operatori del settore sanitario si stanno impegnando allo stremo nel tentativo di salvare vite umane.
Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi, il sistema sanitario lombardo si è rilevato estremamente fragile.
Si è arrivati a una emergenza epocale impreparati. Difficoltà nel reperimento delle mascherine e dei respiratori; mancanza di linee guida chiare; schizofrenia nei suggerimenti scientifici; scarso coordinamento tra le strutture ospedaliere e il territorio.

Sia chiaro, i medici e gli infermieri stanno operando in modo encomiabile in una situazione emergenziale senza precedenti.
La mancanza di strumenti di protezione non può essere sottaciuta e crea delle problematiche di cattivo governo da parte delle Autorità della preparazione dell’emergenza nazionale proclamata il 31 gennaio 2020.
Purtroppo (c’è qualcuno alla Regione Lombardia che dice “per fortuna”) la regione più colpita è stata la Lombardia.

Dai media in questi giorni stiamo apprendendo del gran numero dei decessi e dei contagi; dell’inadeguatezza delle linee guida; delle donne e degli uomini che muoiono in casa; dei medici di base che assistono impotenti – quotidianamente e privi di direttive efficaci – al decesso dei loro concittadini.
Abbiamo appreso pure che, a coloro i quali – pur con sintomi – vengono invitati a restare in casa per non intasare gli ospedali, non viene somministrata sin da subito una efficace terapia.
Abbiamo pure appreso dalle interviste degli operatori in prima linea che negli ospedali verrebbe scelto chi curare e chi no.
E addirittura un primario anestesista, con le lacrime agli occhi, ha dichiarato che ai pazienti non è neppure consentito di morire con dignità.

Gli operatori sanitari ce la stanno mettendo tutta, purtroppo molti di loro, lasciati soli dai “generali”, hanno pagato con la vita il loro senso del dovere.
I nostri ospedali e le nostre case di riposo sono diventati focolai per il propagarsi dell’infezione.
Insomma, siamo stati colti dalla pandemia totalmente impreparati.
Le Autorità hanno compiuto innumerevoli errori, ovviamente sbagliare davanti a un nemico sconosciuto è comprensibile.

Nel pieno della lotta non è consentito fermarsi a riflettere e a valutare la quantità e la qualità degli errori compiuti, ma arriverà anche quel tempo, il tempo della riflessione e della valutazione.
I parenti delle vittime, che addirittura non hanno potuto salutare per l’ultima volta i loro cari, avranno tutto il diritto di ricevere risposte.

Nel frattempo, non dobbiamo dimenticare che vige pur sempre – anche in una situazione di emergenza eccezionale – un reticolato di norme che deve essere rispettato da tutti.
In generale e in astratto, possono infatti configurarsi delle ipotesi di reato.
L’articolo 40 del nostro codice penale al comma 2 prevede che “non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.
Anche un’omissione, dunque, può configurare un reato gravissimo, quale l’omicidio colposo e/o addirittura l’omicidio preterintenzionale.

Secondo il nostro codice penale coloro i quali rivestono una posizione di garanzia hanno l’obbligo giuridico di attivarsi per impedire il verificarsi di un determinato evento.
La titolarità di una posizione di garanzia può dar luogo a responsabilità colposa quando l’evento dannoso si realizza a danno del soggetto tutelato non è voluto dal garante, ma può pure scaturire una responsabilità a titolo di dolo.
Alla luce di ciò, nei casi più gravi, potrebbero essere effettuate indagini per ipotesi di reato che vanno dall’omicidio colposo all’omicidio preterintenzionale.
Si potranno pure configurare i reati di epidemia colposa (articolo 452 del codice penale) laddove venissero accertate negligenze nel reperimento del materiale protettivo (mascherine, respiratori ecc. ecc.) o negligenze che hanno agevolato la diffusione del virus negli ospedali e nelle case di cura.

Del resto, la situazione di emergenza che stiamo vivendo non abroga le norme poste a tutela dell’intera collettività.
Non si vuole certo colpevolizzare nessuno ma arriverà il giorno, una volta superata la pandemia, in cui occorrerà dare giustizia ai parenti delle vittime e occorrerà pure restituire alle madri e ai padri, alle nonne e ai nonni, ai figli e alle figlie che non ci sono più la loro dignità.

Fabio Schembri

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Fabio Schembri

Avvocato penalista del foro di Milano, è lo storico difensore di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Si è occupato di grandi processi di criminalità organizzata e ai danni di multinazionali. In quello di Caffè Mauro, ha portato all'assoluzione dei fondatori della storica azienda calabrese, ingiustamente accusati di usura.

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