Mister Maurizio Sarri (certe dichiarazioni fanno rumore, ma steccano) scelto a quanto pare dal dirigente juventino Pavel Nedved, arrivato a Torino nella stranissima, scorsa estate, beh avesse avuto voce in capitolo probabilmente avrebbe scelto ben altri giocatori. Sì perché centrocampisti quali Rabiot e Ramsey, solo per fare due esempi, con le alchimie tattiche sarriane, poco o nulla ci azzeccano, no? E puntare troppo sugli eterni acciaccati Khedira e Douglas Costa non ha pagato.
Ciò detto se questa Juve, in questo strano periodo di fine inverno è lenta, nervosa (Bonucci e Matuidi che litigano prima della gara col Lione non rappresentano una bella fotografia), stanca, monotona, ed è stata addirittura sconfitta, nel match d’andata, dai francesi allenati da Garcia (meriterebbe una nuova chance in Italia), ecco qualche responsabilità, fisiologicamente è attribuibile pure allo stesso ingarbugliato, spaesato (la Torino juventina fa per lui?) Sarri.
Cosa vale, dove può arrivare questa Juventus? Lo scopriremo vivendo, ma tra qualche mese, allorquando le bocce saranno ferme, il direttore tecnico Fabio Paratici (presumibilmente manca al Marotta nerazzurra, quanto, il dirigente interista manca a lui e alla Vecchia Signora), tra difesa, centrocampo e attacco dovrà mutare parecchi interpreti.
Già ma Sarri, colui il quale non riesce a trasmettere i suoi concetti a quella che dovrebbe, ma non è, e…difficilmente sarà, se non muterà pelle, la sua compagine rimarrà (a giugno) alla corte del presidente Andrea Agnelli, dal presidentissimo, cioè che, tanto per intenderci, dall’ex (rimpianto da molti) coach Max Allegri (vuole l’Inghilterra?) forse, senza pesanti suggerimenti esterni, non si sarebbe separato?
Stefano Mauri