Gabriel Garko e il dramma della gioventù, avvenuto per mano di un uomo sposato: “Quando viene fatto su una donna avviene in maniera brutale. E io non amo questo. Su un uomo invece è molto più facile mettere una mano addosso e farlo come scherzo”
Gabriel Garko si confessa in tv. E commosso fino alle lacrime, rivela il dramma vissuto a 16 anni, quando fu molestato da un uomo sposato: “Quando viene fatto su una donna avviene in maniera brutale. E io non amo questo. Su un uomo invece è molto più facile mettere una mano addosso e farlo come scherzo”.
QUELLO CHE PENSO – Ospite a “Io e te di notte”, l’attore si racconta a Pierluigi Diaco. E parla della propria vita, della carriera, e di cosa pensa dei giudizi sul suo conto: “Quando vai in televisione vieni visto solo per ciò che appari esteriormente e qualsiasi cosa tu dica non viene ascoltata. Quando si ragiona troppo prima di andare in onda sulle cose da dire, su quello che può far colpo si sbaglia sempre. Ad un certo punto della mia carriera ho capito che era giusto fregarsene del giudizio della gente e che in ogni caso avrei detto quello che penso veramente”.
L’ANALISI – Gabriel sa però che la carriera mette a repentaglio altri valori: “sicuramente il fatto di non poter vivere a pieno, a 360 gradi, la propria libertà. Se decidi di essere un personaggio pubblico devi stare attento a tutto e far sì che tutto venga misurato nel modo giusto”. Ma l’analisi lo ha aiutato: “Però come ha detto il mio stesso analista, per una mia dote personale, mi sono sempre auto analizzato tantissimo: sia per rimanere con i piedi per terra che per non perdere la brocca nei momenti di solitudine”.
LA FAMIGLIA E LA CARRIERE – L’attore parla dell’infanzia, del rapporto con le sorelle, con gli amici e con i registi con cui ha lavorato, da Franco Zeffirelli, diventato un amico, a Tinto Brass: “uomo coltissimo, molto più di quello che la gente si aspetta”.
LA RIVELAZIONE – Quindi, il capitolo molestie, che l’attore aveva già citato nel suo libro ma di cui mai aveva parlato in tv: “La differenza sostanziale tra un uomo e una donna è che alla donna mettere la mano addosso o fare un complimento volgare, vai fuori dai binari. Quando viene fatto su una donna avviene in maniera brutale. E io non amo questo. Su un uomo invece è molto più facile mettere una mano addosso e farlo come scherzo, quando invece dà fastidio lo stesso”.
NON VOGLIO FARE LA VITTIMA – Ma tiene a precisare: “Io quell’episodio non l’ho voluto raccontare per fare la vittima perché immagino sia successo un po’ a tutti… Sono andato avanti per la mia strada. Io all’epoca avevo 16 anni, lui aveva 40 anni, era sposato con figli. Io nel libro l’ho voluto scrivere perché si tende a mettere un po’ al sicuro le persone sposate con figli perché improvvisamente sono diventati “normali”. Volevo denunciare il fatto che la normalità, che è una parola che odio, è soggettiva non oggettiva”.
LA SESSUALITÀ – Diaco introduce quindi l’argomento identità sessuale e “normalità”. Ma Garko preferisce parlare per metafore: “Parliamo di cibo così diventa più facile… Se a me piace la crostata con le pere e il salame piccante…”. Ovvero, continuando a riferirsi alla cucina, precisa: “Se io ho dei gusti particolari e a te questa cosa fa vomitare o non ti piace, in ogni caso per me è la “normalità” e per te no”.
Da Oggi.it
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