Spiega il presidente dell’Avisl Domenico Musicco: “Mi pare un fatto scandaloso definire imprudente l’intervento di un vigile del fuoco. L’intervento di un vigile del fuoco è di per sè pericoloso. Peraltro non è che si possa esimere dal farlo, altrimenti incorrerebbe in un’accusa di omissione atti d’ufficio”
Sono ormai passati quindici anni da quando il vigile del fuoco Giorgio Lorefice morì a Serra Riccò, Genova, dopo che autocisterna di gpl aveva preso fuoco a Serra Riccò. Intervenuto insieme a sette colleghi, Lorefice fu investito dall’esplosione, mentre gli altri rimasero feriti. Insignito della medaglia d’oro al valor civile dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per il suo coraggio eroico, nè la sua famiglia nè i feriti da allora stati risarciti dall’assicurazione, nonostante una sentenza civile di dicembre abbia stabilito un risarcimento complessivo di 1,2 milioni di euro. Come riporta Repubblica, nei motivi d’appello dell’assicurazione HDI vi è scritto che «l’esplosione è da addebitare a un intervento negligente/imprudente dei vigili del fuoco».
Domenico Musicco, avvocato e presidente di Avisl (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità) manifesta tutto il proprio disappunto: «Mi pare un fatto scandaloso. L’intervento di un vigile del fuoco è di per sè pericoloso. Peraltro non è che si possa esimere dal farlo, altrimenti incorrerebbe in un’accusa di omissione atti d’ufficio. Senza entrare nel merito della vicenda, mi preme sottolineare come, perfino in un momento storico in cui lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sottolinea la necessità di un’estrema tutele delle vittime del lavoro, si continuino a cercare cavilli assicurativi che rendono vane le garanzie alle vittime del dovere e alle loro famiglie».
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