Vincente, almeno sin qui, eppure, contestato, insomma… proprio come succedeva al suo predecessore, il plurivincente Massimiliano Allegri.
Questa, la fotografia attuale della situazione di mister Maurizio Sarri alla Juventus. A proposito, nota a margine: l’impressione, per carità magari errata, beh è che per la Juve sia iniziato, col 2020, la vera stagione. Scommettiamo?
Ma torniamo all’esperto (dalla serie D, al campionato inglese, passando per la massima serie italica ha maturato esperienze dense e gavetta ovunque) Sarri, allenatore propositivo, cultore, un vero e proprio dogma per lui, della difesa a 4, gran lavoratore, attento e studioso ai numeri applicati al calcio e seguace, oggi un pochino più elastico, dei moduli 4 – 3 – 3 e 4 – 3 – 1- 2, professionista serio che a Torino, fortemente voluto da Pavel Nedved, sulle sponde bianconere del Po, nonostante la critica, a tratti eccessiva, e un gioco (lui amante del giuoco champagne) non travolgente, sì diciamolo a gran voce, sta facendo bene. Che alla fine, soprattutto, sopra tutti, conta vincere, no?
Quindi non avrà l’aria assatanata di Antonio Conte (Arrigo Sacchi stravede per lui, Fabio Capello meno) il quale, alla guida dell’Inter sta facendo benissimo, non sarà guascone alla Max Allegri (Capello lo apprezza, Sacchi meno), tuttavia Sarri (tempo fa Sacchi lo consigliò al Milan dell’allora fine ciclo Berlusconi & Galliani), per dirla alla Mourinho, non è un pirla, sa il fatto suo, ha allargato i suoi orizzonti, applica con raziocinio il turnover (ma non è che forse, anni fa, nella varie precedenti esperienze calcistiche, ruotava pochissimo i titolari per mancanza di alternative pesanti?) e, meritatamente, ben allena la Vecchia Signora bianconera.
Stefano Mauri