Trovato positivo ad alcol e droga (con valori molto al di sopra della norma), già espulso e senza una patente regolare, qualche giorno prima dell’incidente era fuggito a un posto di blocco mentre era sotto effetto di alcol e droga. Ma non era stato arrestato subito dopo l’omicidio, cosa che aveva scatenato polemiche
È stato arrestato Jarrar Ayoub, il marocchino che il 2 gennaio aveva provocato l’incidente in cui è morta Sara Sforza, sulla via Tiburtina. Il giovane, classe 1994, aveva effettuato un sorpasso azzardato sotto l’effetto di alcol e droga, andando così a invadere la corsia opposta e scontrandosi frontalmente con la Renault Twingo guidata da Sara, morta sul colpo. Ferito seriamente anche il fidanzato di lei, Alessio Vergari.
Jarrar aveva nel sangue alti valori di alcol e droga. Già espulso dall’Italia (ricorrente in Cassazione), precedenti per droga, non poteva guidare nel nostro Paese perché la sua patente non era mai stata regolarizzata. Secondo fonti locali, qualche giorno prima dell’incidente era fuggito a un posto di blocco mentre era sotto effetto di alcol e droga. E su di lui pendeva una denuncia per guida in stato di ebbrezza.
Nonostante questo, non era stato immediatamente arrestato per omicidio stradale, cosa che aveva suscitato la rabbia della comunità di Aielli, dove viveva Sara. Era stata aperta anche una petizione su change.org indirizzata al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, firmata da oltre 7mila persone.
L’avvocato di Alessio, Lucio Cotturone, aveva dichiarato al quotidiano Il Centro, a proposito del mancato arresto: «Ci troviamo di fronte a un’interpretazione abnorme della legge. La Procura ha ritenuto che non vi fosse la flagranza di reato, che in questo caso c’era tutta. Nei confronti del conducente della macchina, visti i primi elementi raccolti, andava applicato l’arresto secondo la normativa dell’omicidio stradale, anche perché esiste il reale pericolo di fuga. È stato omesso un arresto obbligatorio di fronte a una tragedia che sconvolge per le modalità con cui è avvenuta e visto che il conducente è stato trovato positivo ad alcol e cocaina, con valori di molto superiori ai limiti di legge».
Ora però, il Giudice per le Indagini Preliminari Anna Carla Mastelli, su richiesta del Procuratore della Repubblica Andrea Padalino, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Jarrar, attualmente ricoverato all’ospedale de L’Aquila con una prognosi di 30 giorni.
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