L’ex valletta di Rischiatutto che fece sognare milioni di italiani, svela i retroscena della sua carriera, a partire dal giorno in cui la scelsero al posto della sorella di Ornella Muti
Da Oggi.it
Quando Sabina Ciuffini iniziò a far televisione non era ancora maggiorenne, frequentava il liceo classico e la sua famiglia era immersa nella politica: “Mia sorella Virginia, di due anni più grande, fu la prima ragazza con la Vespa. Femminista, politicizzata, niente trucco, Lotta Continua. Io minigonna, stivali, cappottone e ciglia finte. Libera di essere come volevo senza pagare pegno: le battaglie le avevano fatte loro”. Ora la regina delle vallette si racconta in una lunga intervista.
AL POSTO DELLA SORELLA DELLA MUTI – Lo fa parlando al Corriere della Sera, ricordando come la sua avventura nello spettacolo cominciò pochi giorni prima della maturità, quando Mike Bongiorno aveva bisogno di una valletta. Si presentò con il desiderio di una “paghetta”. Ma tra cinque candidate “scelsero la sorella di Ornella Muti, Claudia Rivelli, stupenda, la più sviluppata di tutte noi. Rifiutò perché aveva contratti pubblicitari e l’avrebbero pagata troppo poco. Ritornai in gioco io: 10 mila lire al mese per tre ore di lavoro alla settimana”.
MI COMPATIVANO – In casa tutti guardavano però alla politica: “Mia sorella e le sue amiche mi compativano, ero la stupidina che si truccava. Quelle che restavano incinte, però, di solito portavano la gonna blu sotto al ginocchio. Invece gli uomini che volevano fare la rivoluzione non si facevano tanti problemi per il mio trucco! Lo capivo quando andavo a Lotta Continua, da mia sorella, o al Male e a Frigidaire, dal suo compagno, Vincenzo Sparagna”.
LA MINIGONNA – L’idea della minigonna, rammenta, fu di Mike Bongiorno, che voleva gli hot pants “come le ragazze americane”. Gliele cucì la nonna, perché in Italia non c’erano. Ma “ebbero un successo strepitoso, pacchi di lettere di ragazzine che scrivevano: “Finalmente papà mi permette di portare la minigonna. Se la mette la Sabina che è una brava ragazza…”. I vestiti della Rai erano orrendi”.
IL SUCCESSO – Il successo giunse alla terza puntata di Rischiatutto, con trenta milioni di persone davanti alla tv. Fu sempre Mike a imporsi per tenerla con sè. Quando la trasmissione chiuse, Sabina posò per la copertina di Playboy, andò a Sanremo, si sposò. E passò a fare, del tutto casualmente, interviste. Da Niki Lauda a Gianni Agnelli, fino a Giulio Andreotti: le interviste ai “numeri uno”. L’unio a rifiutare fu Berlinguer. Chissà, le chiede il cronista, che non fosse per il fatto che Sabina era la nipote di Guglielmo Giannini, l’Uomo Qualnque, primo populista repubblicano: “Non credo. Comunque nonno non era un politico, era un uomo speciale. Parlava all’uomo qualunque, la parola qualunquismo l’hanno inventata altri. Eppure anche in famiglia se ne vergognavano tutti: metà erano missini, gli altri di ultrasinistra. Io sono nata in Argentina, nella pampa, proprio per quel motivo: Augusto e Ivonne, papà e mamma, si sposarono quando nonno Guglielmo era all’apice del successo”. Ma poi tornarono. E lei divenne la regina delle vallette.
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