Tanto tuonò quindi, che … alla fine piovve a Napule, laddove, alla fine, al termine di settimane paradossali, il presidentissimo Aurelio De Laurentiis, ecco ha licenziato mister Carlo Ancelotti, monumento vivente e vincente del football internazionale.
Poteva e doveva essere il tecnico della svolta, a Napoli, il bravissimo Carletto, ma tra errori suoi, colpe altrui e … il fato non proprio positivo, alla fine il coach emiliano, e del resto senza campionissimi è difficile vincere, suo malgrado non è riuscito a incidere. Per ora all’ombra del Vesuvio paga il solo Ancelotti, ma a breve pure il direttore sportivo Giuntoli potrebbe fare le valige.
Intanto al posto del top trainer (poiché tale era, è e resta il Carlo) che ama la Coppa dalle Grandi Orecchie è arrivato il suo pupillo, vale a dire Rino Gattuso, bravissimo professionista a torto sottovalutato.
E … con Gattuso, il suo staff e il nuovo teorema tattico del 4-3-3, sì il sodalizio azzurro può tornare a ringhiare. Ma Insigne e soci si diano una bella scossa, uno scossone necessario per far vedere che nel capoluogo partenopeo il giocattolo calcistico non si è rotto.
Nel frattempo, infine, a Torino, l’ex Napoli Maurizio Sarri, con una Juventus non proprio disegnata sulle sue corde tattiche (vero Direttore Paratici e Nedved?), ce la sta mettendo tutta per trovare la quadra. Ah com’è strano il destino però. Juve e Napule dovevano giocarsi lo scudetto, ma ora pare debbano stare attenti a Inter, Lazio e Roma.
Stefano Mauri