Dopo il caso di Letizia Paternoster e Vittoria Bussi, investite in allenamento, il presidente di Avisl Onlus Domenico Musicco detta la linea per risolvere il problema degli incidenti stradali che coinvolgono i ciclisti
Due incidenti in due città diverse: le cicliste azzurre Letizia Paternoster e Vittoria Bussi sono state investite in allenamento, la prima ad Arco, nel Trentino, l’altra a Torino, entrambe centrate da un’automobile mentre pedalavano in città. La tragedia è stata fortunatamente evitata, ma si riaccendono i riflettori sui pericoli corsi dai ciclisti in città.
L’avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl Onlus
Stando ai dati del Viminale, i morti sui pedali sono infatti uno ogni 32 ore, 254 quelli registrati nel solo 2017. Eppure le soluzioni per fermare questa scia di sangue potrebbero essere a portata di mano. Come spiega l’avvocato Domenico Musicco, presidente di Avisl Onlus: «Da tempo giace in Parlamento una norma sulla distanza di sicurezza tra auto e biciclette, di un metro e mezzo. Ma non è ancora stata approvata. Naturalmente questo non basta: quando le vie sono strette, in città come in piccoli borghi, risulterà comunque difficile rispettarla. Per tale ragione seguitiamo a pensare che sia utile costruire nuove piste ciclabili fuori dall’abitato e soprattutto rendere obbligatorio il caschetto per i ciclisti, proprio a loro tutela». – TUTTI I VIDEO AVISL ONLUS
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Quanto al caso delle due azzurre: «Ritengo che quando si parla di allenamenti di agonisti, debbano essere messi a disposizione dei percorsi protetti. Non è possibile che si faccia loro rischiare la vita così».
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