La Suprema Corte riapre una vicenda che si trascina dal 2015, in cui ormai la gran parte dei reperti è stata distrutta in maniera illecita nel tribunale lariano. Decisiva la questione intercettazioni. Il legale di Olindo e Rosa: “Chiederemo un’udienza pubblica”
Da Oggi.it
La Cassazione ordina ai giudici di Como di fissare un’udienza per decidere sull’analisi dei reperti mai studiati della strage di Erba. Olindo Romano e Rosa Bazzi, dopo quattro anni che chiedono di discuterne, tornano così a sperare.
IL PROVVEDIMENTO – Il tira e molla sull’analisi dei reperti dell’epoca va avanti infatti dal 2015, con un rimpallo di competenza tra i giudici di Como e Brescia. Prima i reperti dovevano essere studiati sotto forma di incidente probatorio. Poi, il 12 luglio 2018, la Suprema Corte aveva invece stabilito che si andasse avanti con la formula dell’accertamento tecnico irripetibile con avviso al pm. Ma poche ore prima della decisione, al tribunale di Como, incredibilmente, bruciavano gran parte degli oggetti all’ufficio corpi di reato, nonostante il parere contrario di due giudici.
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GLI SCATOLONI – I colpi di scena non erano finiti: spuntavano nel frattempo nuovi reperti sfuggiti all’inceneritore. Tra questi un plico con un cellulare misteriosamente ritrovato aperto senza verbale. Chi lo aveva fatto e perchè? Un altro scatolone era ritrovato a luglio, nell’opera di riordino dell’ufficio.
La delirante confessione di Rosa Bazzi, lo stralcio:
IL DINIEGO – Tre mesi prima, tuttavia, la Corte d’Assise aveva già respinto l’accertamento tecnico irripetibile ritenendo non fosse “vincolante per questo giudice dell’esecuzione, in quanto pronunciato in diverso procedimento definito dalla Corte d’Appello di Brescia”. Solo che la decisione era stata presa senza nemmeno fare un’udienza. All’opposizione della difesa, fatta sia a Como che in Cassazione, i giudici lariani si erano limitati ad attendere l’esito della Suprema Corte.
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L’ORDINE – E ora gli Ermellini ordinano alla Corte d’Assise di fissare finalmente un’udienza. Cosa accadrà, in quest’estenuante vicenda tecnica, è presto per dirlo. Spiega a Oggi.it Fabio Schembri, legale storico della coppia insieme a Luisa Bordeaux e a Nico D’Ascola: «Chiederemo un’udienza pubblica, in modo che chiunque possa farsi un’idea su ciò che accade. In particolare, oltre ai reperti, vogliamo analizzare il server delle intercettazioni, alcune delle quali, forse cruciali, non sono in atti. Noi riteniamo che lì ci sia la prova dell’innocenza di Olindo e Rosa». Si tratta delle scoperte fatte dal nostro settimanale e portate all’attenzione del ministero della giustizia da Le Iene.
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