A 84 anni rimedia ai problemi dello scuolabus e accompagna un bimbo non vedente a scuola. Da sette mesi un uomo di 84 anni si preoccupa di portare a scuola un bimbo macedone non vedente: è l’unico modo per garantirgli lo studio, perché sullo scuolabus non avrebbe assistenza.
Lo scuolabus non è attrezzato. E Romano Carletti, pensionato di 84 anni, ogni mattina accompagna così un bimbo macedone non vedente a lezione con la sua macchina, diventandone una sorta di nipote adottivo. – VIDEO
IL DISAGIO – Il piccolo Jaffer è non vedente dalla nascita. Vive con papà e mamma alla Consuma, valle al confine tra Firenze ed Arezzo. Padre taglialegna che ogni mattina va nei boschi all’alba, mamma senza patente. Lo scuolabus non è attrezzato per portarlo: impossibile fare arrivare il bimbo a lezione. Romano abita però a pochi metri dalla famiglia del bimbo.
L’IDEA – Così, quando scopre il problema, decide di mettersi a disposizione, come racconta al Corriere della Sera: “Vedevo quel bambino cieco, lo guardavo e mi veniva da piangere. Pensavo che per lui sarebbe stato impossibile vedere il sole, la luna, le stelle, il mare, la bellezza di questi boschi, il volto dei suoi fratellini, quello dei suoi genitori. È stato lì che è scattato qualcosa dentro di me. Dovevo aiutarlo ad andare a scuola”.
SETTE MESI – Lo fa da sette mesi. Venti minuti di viaggio per dodici chilometri. Spiega Roberto Pertichini, sindaco del paesino confinante di Montemignaio al cronista del quotidiano: “Il gesto di Romano è bellissimo. Ci stiamo organizzando per consentire di far avere un’assistenza al bambino affinché possa andare a scuola accompagnato da un educatore nello scuolabus”.
Romano Carletti da sette mesi consente al piccolo Jaffer di essere presente ogni mattina a lezione
BORGHI SPOPOLATI – E aggiunge: “Nelle nostre scuole si paga il pasto soltanto 2,50 euro e 12 euro al mese per il trasporto, il materiale didattico è gratis. Ma se la politica non ci aiuta, questi borghi rischiano di spopolarsi, ci sono sempre più vecchi e sempre meno bambini”.
SPERANZE – Jaffer riconosce tutti i compagni al tatto. Romano lo lascia in classe, fa colazione al bar del paese. Torna a casa, dove vive da solo. E alle 16 torna a prenderlo. Del bimbo dice: “L’abbiamo portato dal miglior oculista dell’ospedale di Careggi a Firenze. Per ora ci sono poche speranze, magari in futuro, chissà. Il mio sogno è che questo ragazzino un giorno possa vedere la bellezza del mondo, immagino un momento, prima o poi, in cui lo chiamerò da lontano e lo vedrò correre allegro e felice verso di me, per abbracciarmi”. La storia, diventata virale, ha commosso il web.