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Terrapiattisti: tutta la verità sul complotto

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Tutti ricordiamo l’incontro, ai tempi delle elementari, col mappamondo, magica palla girevole che riproduce il nostro pianeta coi suoi oceani e le terre emerse.

Ebbene, secondo la teoria c.d. “terrapiattista”, che conta adepti in tutto il mondo, e che domenica 12 maggio terrà una convention a Palermo, si tratta di un inganno.

Hanno voluto inculcarci sin da bambini una falsa visione del cosmo.

In realtà noi NON camminiamo sulla superficie di una sfera che taluno, più pignolamente, chiama “geoide” poiché non è una palla perfetta ma schiacciata ai poli per effetto del moto rotatorio.

La verità è che poggiamo i piedi su una superficie PIATTA.

Ma come, viene spontaneo replicare, la terra piatta non era una credenza antica, soppiantata sin dal basso medioevo da osservazioni e calcoli più precisi, tanto che la controversia si spostò sul movimento relativo di Terra e Sole, per stabilire se era la prima a stare al centro del cosmo e il secondo a ruotargli intorno (geocentrismo) o viceversa (eliocentrismo)?

La sfericità della Terra non era riconosciuta anche da Dante, che nella Divina Commedia parla, esplicitamente, di “emisferi”?

Ecco, qui starebbe l’errore.

Tutto quanto abbiamo imparato a scuola vuol portarci fuori strada.

La Terra è piatta ma il sapere ufficiale ce lo nasconde, indottrinandoci sulla sua falsa forma sferica.

Bisogna ammettere che questa rivelazione colpisce nel vivo.

Infatti, riflettendoci meglio, noi nella vita quotidiana non sperimentiamo mai  la sfericità della Terra.

Anzi, se dovessimo stare ad una intuitiva impressione, verrebbe da considerarla piatta.

Intorno a noi, ai piedi delle montagne, tutto è pianeggiante. Inoltre, condividiamo l’esperienza del “sopra” e “sotto”: si può camminare sul pavimento, ma NON sul soffitto. A testa in giù si precipita, come dovrebbe accadere a chi si trova sull’altro emisfero.

Vediamo di mettere un po’ d’ordine.

La posizione terrapiattista si fonda su due capisaldi.

Primo: è in corso, da secoli, una congiura da parte di tutte le istituzioni, scientifiche, politiche, informative e, come già detto, scolastiche, per propagandare una falsa forma della Terra.

L’errata credenza si tramanda di padre in figlio.  Ogni generazione, vittima in buona fede dell’inganno, la trasferisce a quella successiva, e così via.

Secondo: pur esistendo prove empiriche della terra piatta, la gente comune non riesce a vederle per la falsa prospettiva oramai interiorizzata.

Anzi, si registra la tendenza a contrapporre alle evidenze della piattezza terrestre dimostrazioni contrarie imparate a scuola e confermate dalla propaganda ufficiale in modo martellante quantunque a un esame critico non stiano in piedi.

Per liberarsi da questo condizionamento occorre uno sforzo verso l’indipendenza di giudizio il cui prezzo è l’emarginazione da parte della maggioranza inconsapevolmente fuorviata.

Diciamo subito che i “terrapiattisti” sprezzano l’argomento in apparenza più forte in mano ai loro avversari: la mancanza di un movente valido.

Organizzare e mantenere in piedi una mistificazione di questa portata, tanto più con l’avvento della comunicazione globale e di una estesa diffusione delle tecnologie dell’immagine, richiede una apparato complesso e molto costoso.

Il controllo assoluto  dell’istruzione  non basta, perché rimane il problema di garantirsi la fedeltà della vasta rete di accoliti che, negli organismi di governo, scientifici, scolastici e dell’informazione, partecipano all’inganno impedendo che la verità venga a galla. Questa rete di fiancheggiatori dovrebbe anch’essa trovare un modo sicuro per sopravvivere nel tempo.

A che pro?

Il filosofo medioevale Guglielmo da Occam è famoso per il suo principio logico detto “rasoio”, secondo cui, dato un problema, non bisogna rincorrere soluzioni complicate se ne esiste una semplice.

Effettivamente, appare più facile ammettere che la terra è piatta, piuttosto che affrontare un’impresa complicata come quella di nasconderlo.

Occorre, per farlo, un motivo estremamente importante.

Ebbene, i “terrapiattisti” rifiutano il capestro del movente.

La terra è piatta e stanno facendocela credere rotonda, punto.

Il perché viene dopo.

Prima o poi lo scopriremo, anche se la ragione del “complotto terrasfericista” sembra affondare le radici nell’interesse, da parte delle forze del Male, a nascondere la verità creazionista sull’origine dell’uomo e dell’universo.

Ma veniamo alle prove della piattezza terrestre, su cui i “terrapiattisti” amano confrontarsi.

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Premettiamo che essi rifiutano in blocco le immagini fotografiche e i filmati diffusi dalle agenzie spaziali, in primis la NASA, che mostrano il nostro pianeta sferico immerso nello spazio. A loro giudizio  si tratta di trucchi digitali, come anche le riprese degli sbarchi sulla luna e della vita sulle stazioni orbitali.

Non solo: i “terrapiattisti” invitano a diffidare, in generale, di foto e film non eseguiti personalmente o non forniti da persone fidate.

Le prove dei “terrapiattisti” riguardano molti aspetti di dettaglio della fisica terrestre e della fisica dei corpi celesti.

Ci soffermeremo sui più importanti.

Il giorno e la notte

La circostanza, indiscussa, che sulla Terra si alternino giorno e notte  sembra deporre a favore della  forma sferica del nostro pianeta. Ruotando su se stessa la Terra fa sì che il Sole illumini, a vicenda, alcune sue parti, mentre altre rimangano nell’oscurità.

In realtà questa spiegazione sarebbe ingannevole.

Il Sole, e anche la Luna, disterebbe da noi meno di quanto la scienza ufficiale spaccia, cosicché NEL SUO MOTO CIRCOLARE SOPRA IL DISCO DELLA TERRA il suo cono di luce riesce a illuminare di volta in volta solo alcune parti, mentre le altre rimangono in ombra.

Questa soluzione, pur suggestiva, lascia parecchi dubbi.

Innanzitutto, se il Sole rimane sempre sopra le nostre teste, con gli strumenti oggi a disposizione, come cannocchiali o telescopi, dovrebbe essere in qualche modo visibile anche dalle zone in ombra.

Inoltre, il moto anulare del sole sopra il disco terrestre contrasta con la legge di gravitazione newtoniana, in base ai cui calcoli sono stati previsti e osservati numerosi fenomeni celesti, come le eclissi e il passaggio delle comete.

I “terrapiattisti” non hanno ancora chiarito in base a quali leggi il descritto movimento del sole potrebbe avvenire senza provocare prima o poi, come per tutti gli oggetti che si levano in cielo, una ricaduta verso terra.

L’orizzonte e la curvatura terrestre ( e la “fata morgana”)

Abbiamo già notato che nessun uomo può affermare di aver visto coi propri occhi  la curvatura terrestre. Com’è possibile, se ci troviamo su un pianeta sferico? Anche salendo in alto, con l’allargarsi dell’orizzonte la superficie della Terra rimane piatta. Non solo: talora , in particolari condizioni di luce, si riescono a vedere cose che , per la loro distanza, dovrebbero essere coperte dalla curvatura terrestre.

Entrambe queste sconcertanti realtà trovano un’obiezione da parte della scienza ufficiale.

La mancata percezione da parte nostra della curvatura terrestre dipende dal fatto che siamo minuscoli e con un raggio visivo infimo in confronto alla grandezza della superficie planetaria.

Quanto allo spuntare in lontananza di manufatti umani o alture naturali che dovrebbero stare sotto la curvatura, è dovuto al fenomeno di rifrazione ottica conosciuto come “fata morgana”, simile a quello che permette di fissare la palla del sole al tramonto senza ferirci gli occhi, in quanto non è il sole direttamente che vediamo ma un suo riflesso che proviene da sotto l’orizzonte.

L’Antartide

Il continente Antartico è misterioso.

Non si può stabilirvisi o attaversarlo, e gli aereoplani di linea rifuggono dal sorvolarlo.

Con un apposito trattato le potenze mondiali ne hanno limitato l’appropriazione, lo sfruttamento economico e l’uso scientifico.

Ce n’è abbastanza per ritenere che l’Antartide, parte necessaria di una una terra sferica, sia un’invenzione.

Nella terra a forma di disco, l’Antartide non sarebbe altro che una barriera di ghiaccio contornante l’intero bordo terrestre.

Tutte le circumnavigazioni del globo sarebbero un’illusione. Magellano avrebbe  costeggiato  inconsapevolmente il bordo di ghiaccio della Terra piatta.  Anche le rotte aeree sarebbero aggiustate in modo da non superare la muraglia bianca che circonda il pianeta.

Muraglia che sarebbe presidiata da  un esercito pronto a intervenire in caso di tentativi di sconfinamento.

È indubbio il fascino di questa ipotesi, degna di un appassionante romanzo di fantascienza, ma essa risulta alquanto debole.

Com’è l’universo al di là dalla muraglia ghiacciata?

Come e dove vengono reclutati i militari che la sorvegliano, il cui numero, vista la lunghezza del bordo terrestre, dovrebbe essere enorme?

Come si ottiene la loro fedeltà al complotto?

Come mai Magellano e gli altri navigatori che si sono avvicinati all’Antartide, e gli aviatori che l’hanno fatto dal cielo  non si sono accorti di nulla?

A queste perplessità si aggiunge il fatto che dell’Antartide non solo sono disponibili foto e documentari , ma anche liberamente acquistabili in rete pacchetti turistici che ne organizzano la visita, sia in nave che in aereo.

Rino Casazza

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Rino Casazza

Rino Casazza è nato a Sarzana, in provincia di La Spezia, nel 1958. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Pisa, si è trasferito in Lombardia. Attualmente risiede a Bergamo e lavora al Teatro alla Scala Di Milano. Ha pubblicato un numero imprecisabile di racconti e 15 romanzi che svariano in tutti i filoni della narrativa di genere, tra cui diversi apocrifi in cui rivivono come protagonisti, in coppia, alcuni dei grandi detective della letteratura poliziesca. Il più recente è "Sherlock Holmes tra ladri e reverendi", uscito in edicola nella collana “I gialli di Crimen” e in ebook per Algama. In collaborazione con Daniele Cambiaso, ha pubblicato Nora una donna, Eclissi edizioni, 2015, La logica del burattinaio, Edizioni della Goccia, 2016, L’angelo di Caporetto, 2017, uscito in allegato al Giornale nella collana "Romanzi storici", e il libro per ragazzi Lara e il diario nascosto, Fratelli Frilli, 2018. Nel settembre 2021, è uscito "Apparizioni pericolose", edizioni Golem. In collaborazione con Fiorella Borin ha pubblicato tre racconti tra il noir e il giallo: Onore al Dio Sobek, Algama 2020, Il cuore della dark lady, 2020, e lo Smembratore dell'Adda, 2021, entrambi per Delos Digital Ne Il serial killer sbagliato, Algama, 2020 ha riproposto, con una soluzione alternativa a quella storica, il caso del "Mostro di Sarzana, mentre nel fantathriller Al tempo del Mostro, Algama 2020, ha raccontato quello del "Mostro di Firenze". A novembre 2020, è uscito, per Algama, il thriller Quelle notti sadiche.

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