MILANO – “Leggi la prefazione, le prime pagine e quando trovi il soggetto che ispira il libro, leggi anche le ultime e così hai il quadro completo. Se non riesci a capire la trama, beh, allora scrivi in astratto parlando di una storia di fantasia, irreale, surreale…Insomma, un’intima produzione letteraria dello scrittore…”.
Lo giuro!
Questo è quanto mi consigliò (fortunatamente fuori dall’aula, mentre chiacchieravamo nel corridoio dell’università) un prof-giornalista che non ho mai preso sul serio. Onestamente, però, mi è tornato in mente l’altra sera, dopo essere stato alla libreria “Nuova Terra” di Legnano. Con degli amici avevo partecipato alla presentazione del libro “La Malinconia dei nati altrove” scritto dal Prof. Antonino Mazzone.
Antonino Mazzone è un docente universitario e insegna ai futuri medici, ma è da esempio anche per coloro che lo sono già da tempo, essendo il direttore del Dipartimento di Medicina, oncologia ematologica, eccetera, dell’Ospedale Policlinico di Legnano. Insomma, un fiore all’occhiello anche per l’Asst Mi-Ovest. E che cosa c’entra, direte, una persona del livello scientifico di Antonino Mazzone con “La malinconia dei nati altrove”?
E’ proprio lui l’autore di questo racconto. Il primo del genere, visto che al suo attivo ha la partecipazione concreta a ben altre 700 pubblicazioni scientifiche.
E perché mai mi fosse venuto in mente il ‘cattivo maestro’ è presto detto: sentivo l’obbligo di dover scrivere una recensione. Non potevo farne a meno. E’ un grande medico, è uno stimato professore universitario, è un uomo che ha il rispetto delle persone oneste e per bene: come si fa a non dedicargli una decina di righe. Onestamente non avevo voglia di scriverla quella recensione e tantomeno di leggere il libro. Non volevo interrompere il libro che sto leggendo “Corruzione e anticorruzione, dieci lezioni” di Raffaele Cantone.
Però quel titolo mi attraeva: “ La malinconia dei nati altrove” è bellissimo e verissimo.
Sono arrivato a casa a notte fonda e con mille preoccupazioni lavorative per il giorno dopo.
Sapete cos’è accaduto?
Era quasi mezzanotte quando sono andato a letto ed ho cominciato a sfogliare alcune di quelle 168 pagine
Il mattino seguente mi sono risvegliato con un fastidio alla spalla destra.
Tra la scapola e il materasso c’era, un po’ accartocciato, il libro di Mazzone.
Ho riordinato le pagine stropicciate e ho subito visto che prima di cedere a Morfeo avevo fatto in tempo a piegare un’orecchietta a pagina 108.
L’orecchietta in basso, nel mio codice personale, significa che ho letto già la mezza pagina della parte superiore.
Quindi il mio sguardo si è diretto in basso ed ho ripreso esattamente da dove avevo lasciato.
“Alla parola chemioterapia Simona sbarrò gli occhi perché si rendeva finalmente conto della qualità del male che l’aveva colpita…”.
Ho ripreso la lettura alle 7 e 30 e alle 9,15 sono arrivato alla fine.
Ho inviato un po’ di messaggi per avvertire del ritardo di quasi 2 ore che avevo prima di arrivare in redazione.
Rimessa in ordine l’agenda degli appuntamenti ho inviato un whatsapp al Professore”. “Lei mi hai creato un bel problema: da ieri sera non riesco a staccarmi dal suo racconto.
Prende dentro, è incredibile. Mi era già accaduto di non voler tornare alla realtà quotidiana leggendo ‘La Storia’ di Elsa Morante, e, ancora, con la prima e la seconda edizione del 1946 del Mondo Nuovo di Aldous Huxley: adesso sono felice che ciò sia riaccaduto con un libro scritto da Lei. Avverto la sua penna intinta nell’inchiostro del cuore. Non so dirle più se lei è un grande medico o una vera rivelazione letteraria. So di certo che lei è un grand’uomo”.
Scrivendo questo messaggio (recensione privata!) d’istinto ho seguito il consiglio non di quel ‘cattivo maestro’ di cui accennavo prima, ma del vero Maestro di giornalismo e di vita per antonomasia che ho sempre nel mio cuore, il mio Direttore, Pippo Fava, ammazzato dalla Mafia: “Ettore, scrivi solo la verità. Scrivi, a qualunque costo, tutto quello che sei certo essere vero e sarai sempre nel giusto”.
Chi ama leggere e sa apprezzare l’immensità della semplicità legga quelle 168 pagine di Antonino Mazzone e potrà rivivere le mille emozioni che l’inimitabile Tornatore ci ha donato con il film “Cinema Paradiso”.
La malinconia dei nati altrove: